Auchan, indagati due dirigenti. «Costringevano a firmare contratti peggiorativi».

Auchan, indagati due dirigenti. «Costringevano a firmare contratti peggiorativi».
di Alessio PIGNATELLI
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Giovedì 17 Marzo 2016, 06:33 - Ultimo aggiornamento: 16:12
Sono accusati di estorsione nei confronti di diversi dipendenti dell’Auchan di Taranto. Due dirigenti dell’ipermercato jonico avrebbero costretto alcuni lavoratori a firmare un nuovo contratto di lavoro più svantaggioso e flessibile - in particolare sui turni domenicali e festivi - in seguito ad “azioni di un medesimo disegno criminoso”.
Il 22 aprile è stata fissata l’udienza preliminare dopo la richiesta di rinvio a giudizio depositata dal pubblico ministero, Giovanna Cannarile.
Nella richiesta di rinvio a giudizio per i due imputati si cita l’articolo 629 del codice penale. L’accusa è di estorsione, reato commesso da chi, con violenza o minaccia, costringe qualcuno a fare o a non fare qualcosa per trarre per sé o altri un ingiusto profitto con altrui danno.
 

Ed è la tesi dell’accusa in cui si legge che i due manager, in concorso tra loro, “costringevano i lavoratori, ai quali veniva richiesta la rimodulazione dell’orario di lavoro, a firmare un nuovo contratto”.
Nel nuovo accordo, oltre alla variazione della distribuzione dell’orario di lavoro senza alcun aumento salariale, “anche la possibilità per il datore di lavoro, in determinati periodi di punta delle vendite, di aumentare la durata della prestazione lavorativa senza che ciò fosse compensato adeguatamente e con recupero in periodi in cui si rileva un decremento delle vendite stesse procurando così un ingiusto profitto alla società sopraindicata con danno per i lavoratori interessati”.
Alla base di quella sottoscrizione ci sarebbero, secondo quanto scrive il pm, “più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, al fine di assicurare per esigenze commerciali l’apertura dell’ipermercato nei giorni di domenica e in altri festivi”. C’era la necessità di variare alcuni contratti di assunzione ma i lavoratori interessati fornirono la disponibilità ad aderire solo parzialmente alle richieste aziendali.
Nello specifico, secondo la dottoressa Cannarile, “con la minaccia di trasferimenti economicamente svantaggiosi dalla filiale Auchan di Taranto a quelle collocate in altre province, nonché provvedendo effettivamente a trasferire tre lavoratori presso la filiale di Triggiano e uno presso la filiale di Mesagne con revoca poi del trasferimento dopo la sottoscrizione del nuovo contratto di lavoro”, si sarebbe ingenerato un effetto intimidatorio.
La variazione dei contratti originali, inquadrabili come contratti part time di tipo orizzontale e sottoscritti nel periodo 1997-1999 dai dipendenti al settore casse, consisterebbe nell’inserimento delle “cosiddette clausole flessibili che consentono una variazione della collocazione temporale della prestazione lavorativa rispetto a quanto previsto nell’originario contratto di lavoro”. Gli imputati dovranno rispondere anche di reato continuato in quanto si sarebbero commesse, sempre a giudizio del pm, in tempi diversi diverse violazioni della stessa norma o di diversa disposizione della legge penale.
La vicenda giudiziaria è scaturita da una lunga trattativa sindacale interrottasi bruscamente. Successivamente furono gli stessi rappresentanti delle organizzazioni sindacali Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs Uil a presentare un esposto alla Procura tarantina. Non solo perché anche gli stessi lavoratori dell’Auchan - sono venti le persone offese - hanno segnalato le modalità che portarono alla modifica dei contratti e come fonte di prova c’è anche un’informativa della direzione territoriale del Lavoro di Taranto del 10 aprile scorso.
Accuse che, evidentemente, dovranno ora essere provate una volta che vi fosse il rinvio a giudizio per i due manager.
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