Si denudava davanti alle donne, ora chiede scusa alle sue vittime: «Mi vergogno di quello che ho fatto»

Una veduta di Gallipoli
Una veduta di Gallipoli
di Nazareno DINOI
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Venerdì 28 Maggio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:05

«Mi sono deciso a scrivere queste poche parole perché provo vergogna per quello che ho fatto». E mette giù la maschera: «Mi chiamo (omettiamo di citare il suo nome e cognome - ndc) e a seguito dell’increscioso fatto accadutomi presso la località marittima di Gallipoli, voglio dichiarare quanto segue».

La storia


A parlare, esponendo con coraggio la sua reale identità che gli organi di stampa avevano celato, è un imprenditore savese di 70 anni che lunedì scorso a Gallipoli è stato denunciato dalla polizia per atti osceni in luogo pubblico. A lui i poliziotti erano arrivati grazie alle numerose segnalazioni di donne che denunciavano la presenza di un automobilista il quale le avvicinava con la scusa di un’informazione mostrando loro le parti intime nell’atto di masturbarsi. Portato in commissariato e identificato, l’esibizionista savese è stato denunciato a piede libero con la proposta al questore dell’etichettatura di persona indesiderata nella città di Gallipoli. 
Un insospettabile professionista, sposato con figli, tra i più conosciuti e affermati imprenditori del mobile della provincia di Taranto che all’improvviso si mostra un’altra persona che lui stesso rifiuta di essere. 
«Non commetterò mai più cose di questo tipo – scrive – anche alla luce del fatto che sono stato il fondatore nella nostra provincia di una scuola Steineriana che insegna l’armonia e lo sviluppo della persona nella tripartizione del corpo, anima e spirito». Qualcosa quel giorno sarà scattato nella psiche dell’integerrimo steineriano che, vergognandosi profondamente ed elaborato l’errore, ha deciso di scrivere una lettera affidandola al suo avvocato, Alessandro Cavallo, invitandolo a diffonderla il più possibile. È lo stesso imprenditore a dare una spiegazione a quel comportamento inqualificabile. «Purtroppo – scrive –, dopo una vita di duro lavoro in cui sono riuscito a costruire un’azienda importante nel settore del mobilificio, diversi anni orsono sono stato truffato da un imprenditore del mio paese per una somma di un milione di euro. Questo mi ha fatto cadere nello sconforto più totale e in uno stato di forte depressione – prosegue l'uomo nel suo sfogo -, ragione per cui ho reagito in maniera sbagliata assumendo diversi tipi di droghe per alleviare, secondo me, quelle mie sofferenze». Nella sua auto a Gallipoli i poliziotti hanno trovato una piccola quantità di marijuana segnalandolo per questo al prefetto come assuntore di sostanze stupefacenti. 
«A causa di queste droghe, trovandomi in uno stato di incoscienza che mi ha fatto perdere la cognizione di me e della realtà – spiega il settantenne -, ho avuto delle reazioni inconsulte alla vista di alcune ragazze senza rendermi conto della gravità di tali atti». Questa decisa uscita allo scoperto, che in pochi forse capiranno, viene vissuta dal protagonista come una liberazione da un peso che non lo faceva stare bene con sé stesso. Un atto che ha già pagato con il gesto di togliersi la maschera pubblicamente come in un gesto di autopunizione. «Che non vuole essere una dichiarazione in mia discolpa – precisa -, perché per quel che concerne gli aspetti giudiziari ci penserà nelle opportune sedi il mio avvocato Alessandro Cavallo a cui ripongo massima fiducia». Oltre alla denuncia penale, l’imprenditore pentito è stato sanzionato con una multa di 2.550 euro perché guidava con la patente scaduta e con l’auto priva di collaudo.

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