ArcelorMittal: altre 13 settimane di cassa integrazione ordinaria

ArcelorMittal: altre 13 settimane di cassa integrazione ordinaria
di Alessio PIGNATELLI
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Martedì 3 Settembre 2019, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 14:47
Altre tredici settimane di cassa integrazione ordinaria dal 30 settembre per un totale di massimo 1.395 unità.
La notizia era nell'aria ma da ieri ci sono state conferme: ArcelorMittal ha chiesto e comunicato alle organizzazioni sindacali una proroga della Cigo che sarebbe scaduta a breve. La prima tranche, infatti, era iniziata a luglio sempre con la stessa modalità.
Non un fulmine a ciel sereno per i sindacati che già subodoravano questa mossa a seguito della crisi congiunturale e delle problematiche specifiche del sito.

Il sequestro del IV sporgente con le difficoltà e i maggiori costi di approvvigionamento delle materie prime, la possibilità concreta di restare con un solo altoforno attivo sui tre attualmente in marcia, la confusione legislativa: tutte questioni che hanno indotto la multinazionale a fare questa nuova richiesta. Ricordiamo che la prima procedura si è chiusa senza un accordo con le organizzazioni sindacali.
Non è certamente l'unica carta sul tavolo vertenziale perché da ieri sono partiti due countdown per lo stabilimento siderurgico di Taranto.
Da una parte, quello più a breve termine, per la pubblicazione del decreto Salva Imprese ormai alle porte: già oggi, infatti, il testo dovrebbe comparire sulla Gazzetta Ufficiale.
Dall'altra, la clessidra relativa all'altoforno 2 in fase di spegnimento con deadline prima decade di ottobre a causa di prescrizioni non completate: ieri Ilva in amministrazione straordinaria si è mossa presentando due differenti ricorsi.

Per quanto concerne quello che viene ormai bollato come un nuovo decreto Salva Ilva, le vicissitudini della crisi di governo hanno rallentato l'iter. Si tratta di un provvedimento che abbraccia diverse realtà produttive all'interno del quale si cerca di mettere un punto sull'esimente penale per i gestori del siderurgico.
Lo schema di decreto legge è stato inviato la scorsa settimana alla presidenza del Consiglio e data l'urgenza del decreto si è chiesto di comunicare con ogni possibile celerità eventuali osservazioni, comunque non oltre le ore 13 di lunedì 2 settembre.
Successivamente, il decreto dovrebbe andare al Quirinale per la firma e la pubblicazione in Gazzetta. In cosa consiste questa nuova norma? Sostanzialmente, mitigherebbe il precedente decreto Crescita che poneva come scadenza per l'immunità penale (introdotta a sua volta da una legge del 2015) il 6 settembre.

Dopo le rimostranze dell'azienda che si era detta pronta anche ad abbandonare gli asset - al momento, è bene ricordarlo, ArcelorMittal ha in fitto gli stabilimenti - per non mettere a rischio il proprio management. Il nuovo decreto Salva Imprese aggancerebbe lo scudo al piano ambientale garantendo all'azienda le tutele solo se dovesse rispettare tempistiche, criteri e modalità di esecuzione dello stesso. In altri ambiti, come per esempio sicurezza o salute, non sarebbero previste alcune garanzie.

Capitolo Afo2. Nel 2015, quando perse la vita l'operaio Alessandro Morricella, l'impianto fu sequestrato senza facoltà d'uso ma un decreto legge consentì la continuità operativa a fronte di lavori di messa in sicurezza. Nel giudizio ora in corso, Ilva in Amministrazione strardinaria aveva chiesto il dissequestro dell'impianto ma, lo scorso 31 luglio, il giudice del dibattimento Francesco Maccagnano ha respinto la prima istanza considerando realizzata solo una parte dei lavori. Ilva in As ha presentato ricorso in appello al Tribunale del Riesame e collateralmente in un secondo atto separato, ha chiesto di poter procedere con i lavori sull'altoforno.

Per chiudere, infine, è previsto per oggi l'incontro tra Am e Confindustria Taranto riguardante l'indotto: si cercherà di instaurare un percorso comune a fronte della ristrutturazione della multinazionale che ha apportato tagli ai costi determinando l'uscita di diverse realtà locali. All'incontro per ArcelorMittal saranno presenti Annalisa Pasquini (responsabile delle Risorse umane) ed Emmanuel Rodriguez (direttore Acquisti).
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