Carenza di organico al pronto soccorso: «Concorso a marzo, ma serve tempo»

Carenza di organico al pronto soccorso: «Concorso a marzo, ma serve tempo»
di Nicola SAMMALI
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Martedì 22 Febbraio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:12

La criticità del pronto soccorso di Taranto dovute alla carenza di organico non saranno facili da superare nel breve periodo. Servirà tempo, probabilmente «tre anni». Ma nel frattempo il 3 marzo scatterà il concorso che dovrebbe consentire di intercettare nuovi medici da destinare all’unità di emergenza-urgenza del Santissima Annunziata, per tamponare un’emergenza ormai cronica.

L'incontro

Il caso della signora di 94 anni abbandonata per quattordici ore con un piede in necrosi è l’ultimo degli episodi emersi dopo le segnalazioni dei familiari. L’impegno del poco personale, che nel lungo periodo della pandemia si è moltiplicato, non è più sufficiente da solo a garantire un servizio in linea con gli standard. 
Su tutti questi aspetti si è concentrato l’intervento del neo direttore generale dell’Asl di Taranto, Gregorio Colacicco, che ieri ha incontrato la stampa nell’auditorium del Padiglione Vinci. Erano presenti anche il commissario dell’ospedale San Cataldo Michele Pelillo, il direttore sanitario Sante Minerba e il direttore amministrativo Vito Santoro.

L’attenzione si è concentrata sul potenziamento dell’offerta sanitaria, in grado di sfruttare le possibilità offerte dalla tecnologia e dalle risorse del Pnrr: l’Asl è candidata a progetti per circa 100 milioni di euro. «Realizzeremo almeno per ogni distretto socio-sanitario una casa della comunità, un ospedale di comunità», ha esordito Colacicco.

Si andranno ad aggredire e ridurre i tempi di attesa sia dei ricoveri sia delle prestazioni ambulatoriali. Verranno sottoscritti protocolli con la Marina Militare perché il potenziale logistico a disposizione possa essere sfruttato anche nella fase post-pandemica, che «ha bisogno di rilancio» (sono stati affidati i posti letto dell’ospedale militare alla rete Covid della Regione Puglia). Le priorità sono il recupero delle prestazioni (la programmazione è in discussione), la presa in carico dell’oncologia, della fragilità, della patologia cronica, della prevenzione, degli screening. «I cittadini meritano delle risposte», ha aggiunto il direttore generale. Sarà riprogrammata l’assistenza, puntando sulla telemedicina (in particolare nelle aree rurali, un progetto a cui l’Asl sta già lavorando.

A marzo uscirà il bando ministeriale). L’ospedale San Cataldo dovrebbe essere consegnato a «giugno», mentre sono in appalto gli arredi e le strumentazioni. L’attuale struttura dovrebbe essere utilizzata in futuro per altri setting assistenziali. Particolare importanza, come ha sottolineato ancora Colacicco, sarà data alle «segnalazioni» degli utenti, che rappresentano delle «opportunità per migliorare i servizi». Uno su tutti: il pronto soccorso. «I familiari di chi è ricoverato al pronto soccorso è giusto che possano avere in tempo reale informazioni sulle condizioni del paziente». La telemedicina, invece, rappresenta una «grande opportunità se formiamo il personale, attiviamo le control room negli ospedali, monitoriamo i pazienti». Le sfide riguarderanno inoltre le dipendenze e l’autismo.

Con il direttore sanitario Minerba «avremo una lettura epidemiologica dello stato di salute della popolazione e organizzeremo meglio i servizi su questi dati: mapperemo i 29 Comuni della provincia di Taranto», ha annunciato Colacicco. Secondo il direttore amministrativo Santoro «è finita l’epoca dei tagli alla sanità, ci sono degli investimenti che arriveranno». Se l’obiettivo è che «il cantiere del San Cataldo non si deve mai fermare», allo stesso modo si farà in modo che diventi «un ospedale di rilevanza universitaria». Il commissario Pelillo ha spiegato «che a breve» farà un sopralluogo, e che «adesso si vede lo sforzo di dieci anni fa realizzarsi. Mi ricordo quanta fatica c’è voluta per porre la prima pietra finanziaria. Questo per me è un incarico di natura quasi sentimentale. Il mio primo obiettivo è inserire l’università all’interno del Santissima Annunziata e poi del San Cataldo».

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