Appalti truccati nell'Arsenale militare, chieste 5 condanne e 11 rinvii a giudizio

Appalti truccati nell'Arsenale militare, chieste 5 condanne e 11 rinvii a giudizio
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Giovedì 24 Febbraio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:27

Cinque richieste di condanna per altrettanti imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Un patteggiamento, mentre per altri 11 imputati resta sul tavolo la richiesta di rinvio a giudizio, per definire la loro posizione a processo. 

La vicenda

Questo il conto presentato ieri mattina in camera di consiglio dal procuratore aggiunto Maurizio Carbone a imprenditori, funzionari e ufficiali della Marina coinvolti nelle presunte manovre attivate per “pilotare” l’aggiudicazione di appalti per gli interventi sulle navi militari all’interno dell’Arsenale di Taranto. Sott’accusa il presunto cartello che sarebbe stato messo in piedi da appaltatori della Marina per “gestire” le commesse milionarie e la loro assegnazione. Con l’obiettivo di rastrellare gli appalti mettendo fuorigioco altri concorrenti. Una lettura che ieri mattina nel corso del suo intervento il procuratore Carbone ha ribadito esaminando nel dettaglio la posizione dei cinque imputati che hanno scelto di definire la loro posizione con l’abbreviato. Opzione che, come s sa, consente di assicurarsi uno sconto secco di un terzo sull’eventuale pena. 
Sulla base delle contestazioni, quindi, il magistrato ha chiesto la condanna a sei anni di reclusione del tenente di vascello Antonio Di Molfetta, finito nel mirino per il suo ruolo, all’epoca dei fatti, di addetto all’ufficio “servizio efficienza navi” della stazione navale di Taranto. L’ufficiale, secondo la ricostruzione fatta dal pm, avrebbe ottenuto favori come fornitura di arredi e elettrodomestici, per agevolare l’assegnazione di commesse di centinaia di migliaia di euro. Oltre alla sua condanna, il procuratore ha chiesto sei anni e tre mesi di reclusione per l’imprenditore Daniele Guardascione, quattro anni e due mesi per l’impiegato Federico Porraro, tre anni e due mesi per l’imprednitore Nicola Pletto, e due anni di reclusione per il dipendente civile della Marina Giuseppe De Monte, finito sott’accusa per la presunta sottrazione di vernice dal magazzino presso il quale era addetto. Due anni, infine, è la condanna patteggiata dall’impiegato civile Abele D’Onofrio. 
Il magistrato, poi, come si è detto ha reiterato la richiesta di rinvio a giudizio per gli altri undici imputati rimasti invischiati nell’indagine condotta dai militari del nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza. Tra loro anche l’ammiraglio Cristiano Nervi, ex direttore dell’Arsenale, chiamato a difendersi della sola accusa di turbativa d’asta, in relazione alla gara bandita nel 2018 per l’ammodernamento di nave San Marco
Dopo la discussione del pubblico ministero Carbone, l’udienza in camera di consiglio è stata aggiornata al prossimo 24 giugno per dare spazio agli interventi del collegio di difesa, composto dagli avvocati Adelaide Uva, Luigi Esposito, Edmondo Ruggiero, Gianluca Mongelli, Egidio Albanese, Andre Mancini, Gaetano Melucci, Salvatore Sibilla, Antonio Raffo, Riccardo Mele e Maurizio Besio.

Una volta esauriti gli interventi giungerà il verdetto del giudice Rita Romano.

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