Taranto, la denuncia: «Anziana e diabetica lasciata per 14 ore al pronto soccorso». La proposta del consigliere: «Personale per assistenza umana»

Taranto, la denuncia: «Anziana e diabetica lasciata per 14 ore al pronto soccorso». La proposta del consigliere: «Personale per assistenza umana»
di Nicola SAMMALI
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Giovedì 17 Febbraio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15:06

Sola, a 94 anni, con un piede in necrosi, è rimasta 14 ore al pronto soccorso prima di essere mandata a casa. La donna era arrivata a mezzogiorno di martedì al Santissima Annunziata di Taranto, da dove è stata dimessa alle 2.30 dell’altra notte. Nessuno però, per tutto quel tempo, si sarebbe occupato dell’anziana e delle sue necessità. Senza qualcuno che l’accompagnasse in bagno, è stata persino costretta a urinarsi addosso. Un fatto grave, che si può spiegare con la carenza di personale ormai cronica dell’unità di emergenza-urgenza. 

La denuncia

La storia è stata resa pubblica dal consigliere regionale di Fdl Renato Perrini, al quale la famiglia della novantaquattrenne ha raccontato ogni particolare. In una nota, Perrini, stigmatizzando l’episodio, ha lanciato la proposta di una «assistenza umana», oltre che «sanitaria», a favore dei soggetti fragili. «Voglio raccontarvi una storia di sanità che può sembrare “minore” ma per me è il problema dei problemi perché tocca la carne viva di chi ha a che fare ogni giorno con la sanità tarantina», ha esordito il consigliere pugliese.

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«Ieri, a mezzogiorno, una donna di 94 anni viene trasportata dal 118 all’unico pronto soccorso che la provincia ha, quello del Santissima Annunziata di Taranto, con un piede in necrosi a causa del diabete.

Resta al pronto soccorso fino alle 2 e mezza di questa notte: 14 ore e poi mandata a casa. Potrei avere qualcosa da dire anche sul mancato ricovero, ma voglio soffermare l’attenzione su quelle 14 ore che l’anziana è stata lì. Da sola. Per ore senza che nessuno le si avvicinasse per chiederle se avesse bisogno anche di un bicchiere d’acqua, i parenti mi hanno raccontato che addirittura più volte lei ha chiesto che le passassero la borsa, dove aveva una bottiglietta d’acqua, ma inutilmente. È andata peggio con la richiesta di andare in bagno, alla fine la povera anziana ha urinato bagnando il suo abbigliamento». 


Perrini ha poi rincarato la dose: «Il mio ruolo è quello di consigliere regionale di opposizione, non ho compiti politici e decisionali per cambiare tutto questo, ma francamente mi sono vergognato. Com’è possibile che nel 2022 si possa avere un’assistenza da terzo mondo (non certo per colpa di chi ci lavora)? Anzi ai medici, infermieri e tutti gli altri operatori sanitari che svolgono un lavoro straordinario, senza risparmiarsi, va un plauso». 


Nei prossimi giorni Perrini incontrerà il nuovo direttore generale dell’Asl, Gregorio Colacicco, per affrontare le «tantissime criticità» che la sanità tarantina presenterebbe («mega ospedali in costruzione e altri ridimensionati, mancanza di operatori sanitari, sovraccarico di lavoro per quelli in organico, disorganizzazione»), e avanzare una proposta: «Al nuovo direttore generale farò una richiesta precisa: adibire personale all’assistenza umana, prima ancora che sanitaria, di chi è costretto a stare ore e ore nei pronto soccorso pugliesi. Un operatore che possa stare vicino, come farebbe un parente (visto che a quest’ultimo è impedito). Perché al centro della sanità c’è l’uomo fragile e ammalato, non un numero». L’azienda sanitaria non ha ancora replicato nel merito della vicenda, ma intanto, da quanto si apprende, sarebbero state avviate delle verifiche per ricostruire quanto accaduto l’altro ieri al pronto soccorso, in attesa di una relazione che faccia chiarezza sul caso.

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