Alphel, il robot amico dei bambini che racconta storie e fa compagnia ai pazienti di Pediatria

Alphel, il robot amico dei bambini che racconta storie e fa compagnia ai pazienti di Pediatria
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Mercoledì 22 Febbraio 2023, 19:51 - Ultimo aggiornamento: 19:53

Ha preso avvio ieri presso il Liceo Scientifico Einstein di Molfetta la seconda tappa del progetto “Ti Aphel e ti racconto”, intrapreso lo scorso anno dalla scuola con Predict, sviluppatore di tecnologie innovative nel settore dell’healthcare. Inserito nell’ambito del Programma “Schegge di Scienza e Tecnologia” della scuola, l’iniziativa ha avuto il duplice obiettivo di potenziare la formazione degli studenti e generare buone pratiche per i docenti. Il progetto ha visto la lunga collaborazione dei ricercatori di Predict e il dipartimento di matematica del liceo con gli alunni delle seconde classi, che hanno lavorato insieme alla programmazione di Aphel.

Ideato dall’azienda, il robot Aphel è in grado di svolgere compiti di routine negli ospedali, dall’accettazione all’interazione con i pazienti fino al supporto del personale sanitario. La prima fase del progetto ha visto gli studenti cimentarsi nella ideazione e realizzazione - tramite linguaggio di programmazione proprietario della piattaforma Aphel - di nove storie educative ispirate all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, strutturate secondo diagrammi di flusso e diramazioni narrative per generare finali alternativi. A questi, si sono aggiunti un quiz di matematica e di latino, per evidenziare la doppia anima - scientifica e classica - del plesso scolastico. Le storie e i test così ideati sono stati trasferite su Aphel per la fruizione, che si è così trasformato in un cantastorie digitale per i piccoli pazienti dell’Ospedale Ss. Annunziata di Taranto.

L'intrattenimento in pediatria

Nei reparti di pediatria, infatti, Aphel diventa un prezioso intrattenimento per i bambini, con cui interagisce grazie a diverse strategie multisensoriali.

Nella seconda fase, gli studenti testeranno tredici nuove storie interattive programmate per il robot e diventeranno tutor di un corso di formazione che ospiterà i professori del Politecnico di Bari e novanta docenti provenienti da scuole di diverso ordine e grado dei Comuni di Molfetta, Giovinazzo, Trani, Bisceglie, Casamassima e Ostuni.

Suddivisi in gruppi, i docenti programmeranno altre storie e apprenderanno a loro volta le basi della programmazione per portare l’esperienza della didattica generativa all’insegna della tecnologia umanistica nelle proprie aule, attivando un circolo virtuoso di utilità sociale. È la base dell’apprendimento Steam, la nuova sigla in cui l’Arte si integra competenze scientifiche e matematiche per completarle.

«Il supporto di Predict in questo progetto è stato fondamentale. L’azienda ci ha insegnato a programmare in accordo agli obiettivi degli sviluppatori di Aphel e ai linguaggi di programmazione prescelti, e a pensare alla robotica in termini educativi e non come attività fine a sé stessa. I programmatori e il Ceo, ex studente del liceo, hanno passato tante giornate seguendo i ragazzi dimostrando attenzione nei confronti delle nuove generazioni, le stesse che un giorno potrebbero diventare professionisti nel campo dell’healthcare. È un segno di forte rapporto con il territorio», ha commentato la dirigente scolastica Giuseppina Bassi. Monica Carella, Sales & Product Manager Aphel e project leader dell’iniziava ha dichiarato: «Ti Aphel e ti racconto è stato un progetto circolare, fatto dai ragazzi per i ragazzi. Come azienda nel campo dell’healthcare, siamo fortemente convinti che la tecnologica possa migliorare la qualità della vita delle persone in vari modi: è bello riscontrare che, attraverso Aphel, si sia stabilita una connessione tra gli studenti della scuola di Molfetta e quei bambini dell’Ospedale di Taranto che hanno dovuto lasciare i propri compagni di classe per intraprendere un cammino di cure. Aphel, in questi lunghi mesi di laboratori, è così diventato una tecnologia partecipata, in cui le storie realizzate dai ragazzi si sono intrecciate con l’unico grande filo conduttore della solidarietà. Ci auguriamo che anche altre scuole a livello nazionale possano condividere il messaggio di altruismo dei ragazzi dell’Einstein e portare avanti questo tipo di visione, dove la tecnologia diventa una leva a supporto dello sviluppo umano e sociale».

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