Giuramento sulle note di Jerusalema: ora la vicenda tarantina finisce al Tar

Giuramento sulle note di Jerusalema: ora la vicenda tarantina finisce al Tar
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Domenica 1 Novembre 2020, 12:58 - Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 15:40

Dopo il balletto al giuramento delle reclute della Marina, le danze si spostano al Tar.
Sarà battaglia legale, infatti, sulla sanzione disciplinare richiesta per l'ufficiale donna che guidò il plotone dei marinai nel ballo di gruppo sulle note di Jerusalema, dopo la cerimonia nella scuola sottufficiale di Taranto.
Una goliardata ripresa da qualcuno con il cellulare e rilanciata sui social, con tantissime condivisioni. Quelle immagini, però, non sono piaciute ai vertici della Forza armata che hanno aperto un procedimento disciplinare a carico della tenente di vascello che ora rischia la consegna di rigore con l'accusa di aver gettato discredito sulla Forza armata.
La giovane, difesa dagli avvocati Giorgio e Giovanni Carta, ha sempre sostenuto di non aver fatto niente di male. E, alla vigilia della commissione di disciplina prevista tra due giorni, si è rivolta al Tar perchè l'amministrazione militare le avrebbe negato l'accesso ad atti ritenuti indispensabili per la sua difesa. In particolare, l'ufficiale - tramite il suo legale - ha chiesto i «provvedimenti disciplinari assunti nei confronti dei militari ritratti in numerosi analoghi video presenti in rete. E, a puro titolo esemplificativo, ha elencato una serie di link che rimandano ad altrettanti filmati in cui reparti della Marina o equipaggi di navi militari vengono ripresi mentre cantano o scherzano sulle note delle hit del momento».

Il plotone di marinai balla “Jerusalema”: avviata una indagine interna. L'ufficiale si difende, ma rischia la consegna di rigore. Sul web il video diventa virale - La clip


Tutti video che hanno ricevuto decine di migliaia di like e che non risulta siano stati oggetto di procedimenti disciplinari.

Insomma una strategia difensiva molto chiara e per certi versi condivisibile, tenendo conto che la cerimonia si svolse senza pubblico, visto che si era nel periodo del lockdown, e che venne diffusa senza che la giovane tenente ne fosse a conoscenza.

Nel filmato sott'accusa si vedono le reclute inquadrate in plotoni nel piazzale della caserma. E la comandante che entra in scena, con la sua uniforme bianca, sciabola e sciarpa azzurra. Poi sulle note di Jerusalema, comincia a ballare e tutti la seguono.
L'effetto è divertente e si fa fatica a individuare un'onta per l'uniforme, ma, come si è detto, negli alti ranghi della Marina si ha un'opinione differente. All'ufficiale viene contestata una lunga sfilza di irregolarità. Tra le accuse quella di aver violato le consegne e di uso improprio delle armi del reparto, imbracciate dai marinai durante il ballo. In definitiva, l'accusa è di un comportamento «assolutamente non consono ai doveri e ai valori» di un ufficiale di Marina e «altamente lesivo dell'immagine» della Forza armata, per il «messaggio di grave superficialità» che verrebbe trasmesso. Un «pessimo esempio» per i giovani che avevano appena prestato giuramento e che sono stati coinvolti in un balletto «deplorevole nella forma e nella sostanza». La tenente di vascello, però, respinge fermamente le contestazioni. Il suo avvocato Giorgio Carta, peraltro, ha sottolineato il particolare contesto in cui è avvenuto il ballo, «al termine di un giuramento di volontari che, causa Covid, si era tenuto eccezionalmente a porte chiuse». Non solo: «per precauzione sanitaria, quei giovani militari non avevano fruito della franchigia, cioè la libera uscita, per tutta la durata del corso». E dunque «l'ufficiale, madre di un bambino piccolo e mossa dalle migliori intenzioni, ha solo cercato di rinfrancare lo spirito di quei giovani».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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