Agromed, via al progetto. In tutto 300 posti di lavoro

Agromed, via al progetto. In tutto 300 posti di lavoro
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Martedì 13 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:40

Tra diretti e indiretti, includendo il personale dell’indotto e delle filiere agricole, Agromed, il centro agroalimentare previsto nell’ex stabilimento tessile Miroglio di Castellaneta, punta a creare 300 posti di lavoro. Il dato occupazionale è stato annunciato ieri nella conferenza stampa tenuta dal commissario della Camera di Commercio, Gianfranco Chiarelli, e dal presidente del cda di Agromed, Vincenzo Cesareo, presente il consigliere di amministrazione Francesco De Filippis.

Il progetto

Dopo la messa a punto del piano industriale, ora è la volta dell’affidamento dell’incarico per il progetto volto a ristrutturare e rifunzionalizzare il sito ex Miroglio, che diversi anni fa era uno stabilimento tessile. Il bando è da venerdì sera on line sul sito di Agromed, da ieri lo è su quello della Camera di Commercio - che partecipa interamente la società Agromed -, e sono stati anche informati gli Ordini professionali. 
I campi di attività di Agromed sono i legumi, i limoni, le farine alternative (quelle consumate per finalità nutraceutiche), nonchè la quarta e quinta gamma. Intendendo per quest’ultime la frutta e l’insalata, prodotti freschi, sterilizzati e imbustati (nel primo caso) e la frutta e gli ortaggi disidratati (nel secondo). «Abbiamo partecipato a rassegne di settore e riscontrato che frutta e ortaggi disidratati hanno un trend di crescita importante» spiega Cesareo.
Agromed non è ancora proprietario dello stabilimento di Castellaneta. Il Comune lo ha ceduto alla società che fa capo alla CdC attraverso un contratto di comodato d’uso. Agromed entrerà in possesso dell’infrastruttura una volta che avrà completato le 28 assunzioni dal bacino ex Miroglio che costituiscono l’impegno sottoscritto col Comune. «Abbiamo avviato i colloqui per l’assunzione delle prime 3-4 unità necessarie negli uffici e nelle attività di rifunzionalizzazione del sito» spiega Cesareo. C’è una lista di 44 unità ex Miroglio cui attingere per le assunzioni. «Fatte le 28 assunzioni concordate o anche meno se dalla lista che ci è stata consegnata non dovessero emergere disponibilità, le altre assunzioni le faremo attraverso bandi rivolgendoci al mercato» dichiara il presidente di Agromed.

Le parole di Chiarelli

«Ho sentito parlare di Agromed prima che divenissi consigliere regionale e deputato»: così il commissario della Camera di Commercio, Chiarelli, introduce la conferenza stampa evidenziando come quella di Agromed sia una storia molto datata. Sono infatti passati 22 anni dalla delibera Cipe e 18 dalla costituzione della società, rammenta Chiarelli. Che tuttavia rivendica l’aver rimesso in moto il progetto dopo il suo insediamento alla Camera di Commercio a maggio 2021. «Abbiamo dovuto attendere che lo stabilimento ex Miroglio venisse dissequestrato - afferma Chiarelli - ma da giugno-luglio 2021 ci siamo messi al lavoro. Primo adempimento, il piano industriale, che ci è stato consegnato a febbraio-marzo scorsi. Adesso è la volta dell’incarico progettuale per ristrutturare lo stabilimento di Castellaneta e renderlo adatto ad Agromed. In poco tempo abbiamo raggiunto un traguardo importante».
«Il piano industriale - aggiunge Cesareo - è stato importante per capire se un’iniziativa prevista tanti anni fa, fosse ancora valida e avesse delle prospettive.

Il responso del piano è stato favorevole». Cesareo riconosce al commissario Chiarelli di aver creduto subito nella finalità di Agromed. «Come società - afferma - abbiamo sempre collaborato con la Camera di Commercio ma non era affatto scontato che un commissario, difronte ad un progetto incagliato da molti anni, decidesse di riprenderlo. Anche perché la giunta camerale in carica prima dell’arrivo di Chiarelli, e della quale io stesso facevo parte, aveva deciso di bloccare Agromed sino alla formulazione di una nuova governance».

Le risorse

Le risorse che userà Agromed sono gli 11 milioni della vecchia delibera Cipe. Tra progetto, appalti e lavori si conta di utilizzare il 2023 per poi partire con l’attività l’anno successivo. «Sebbene sinora non abbiamo appaltato un euro di lavori, né fatta un’assunzione, il progetto riscuote fiducia nel mondo agricolo - evidenzia Cesareo -. Abbiamo già l’adesione di una sessantina di imprese. Ai produttori si offre infatti la possibilità di liberarsi dal gioco al ribasso sul prezzo da parte di compratori e mediatori. Con un sistema di gestione del freddo, la vita dei prodotti, una volta raccolti, potrà essere allungata di 20-40 giorni. Agromed, inoltre, avrà una borsa telematica che permetterà di veicolare le produzioni su mercati che da soli i piccoli operatori non potrebbero raggiungere. Avremo anche un laboratorio per la certificazione della produzione e ci occuperemo dei disciplinari di produzione. Essendo una società benefit, Agromed non punta a massimizzare i profitti ma a far crescere la socialità e gli aspetti ambientali, anche se questo non vuol affatto dire che dovremo chiudere in perdita, anzi». In quanto allo stabilimento, la rifunzionalizzazione lo doterà di un impianto fotovoltaico sui 15mila metri quadrati di superficie. Previsto che l’energia elettrica sia stoccata sotto forma di idrogeno per poi essere restituita alle realtà vicine nella logica delle comunità energetiche. Confermato, infine, come scritto nell’edizione di domenica, l’interesse per la piattaforma logistica del porto. A tal fine è stato sottoscritto un accordo col gruppo Ferrovie dello Stato. Ma sulla logistica Agromed ha messo in campo un ragionamento più ampio che oltre a Castellaneta e porto di Taranto, tende a coinvolgere anche Grottaglie per l’aeroporto - che avrà una piattaforma cargo - e il centro intermodale di Francavilla Fontana.

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