Accordo di programma per Taranto: al via il tavolo dal ministro Urso

L'ex Ilva e Taranto
L'ex Ilva e Taranto
di Domenico PALMIOTTI
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Giovedì 27 Aprile 2023, 06:00

Si mette in moto la macchina che dovrà portare alla stesura dell’accordo di programma per l’ex Ilva di Taranto, ora Acciaierie d’Italia. Domani alle 10.30 è convocato al ministero delle Imprese (ex Mise) guidato da Adolfo Urso un vertice tra il Comune di Taranto, la Regione Puglia e le Regioni sedi di impianti di AdI. Ci sarà il sindaco Rinaldo Melucci. 
L’accordo di programma è stato chiesto da tempo al Governo da Comune e Regione e il ministro Adolfo Urso, nell’incontro di qualche mese fa col sindaco, ha manifestato apertura.

I contenuti

L’accordo dovrebbe muoversi su un doppio binario: la riconversione dell’ex Ilva attraverso la decarbonizzazione e i forni elettrici e l’avvio di una serie di investimenti nell’area di Taranto. Investimenti accennati sia da Urso che dall’ad di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, e che riguarderebbero, tra l’altro, la riattivazione dell’ex Cementir e la logistica nel terminal container di Yilport degli impianti eolici offshore che le società Renantis (già Falck Renewables) e BlueFloat Energy costruiranno al largo delle coste del Salento. 

La relazione e il tavolo locale


A metà gennaio Melucci ha inviato una prima relazione ad Urso sull’accordo di programma e il tema è stato anche al centro del recente incontro che Melucci, anche come presidente della Provincia, ha tenuto con i sindacati Cgil, Cisl e Uil. 
Nella costituzione del Tavolo, Melucci ha chiesto ad Urso “una ristretta cabina di regia istituzionale, immaginiamo riferibile alle competenze e ai ruoli della presidenza del Consiglio dei ministri, del ministero delle Imprese e del made in Italy, della Regione Puglia, del Comune e della Provincia di Taranto e che sia, di volta in volta, a seconda delle materie oggetto di approfondimento e deliberazione, rimodulabile alla partecipazione di soggetti quali, a titolo esemplificativo, ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, ministero della Salute, ministero del Lavoro e delle politiche sociali, ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ministero dell’Economia e delle finanze, ministero per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr”. 
Eppoi, eventualmente, ha proposto Melucci, si possono coinvolgere i singoli Comuni che rientrano nell’area di crisi ambientale di Taranto, il commissario per le bonifiche, la Camera di Commercio, l’Autorità portuale, la Zona economica speciale, le associazioni di categoria, Acciaierie d’Italia, Dri d’Italia (è la società che costruirà gli impianti del preridotto per il siderurgico), Ilva in amministrazione straordinaria, Asset Puglia, consorzio Asi.

Sulla materia ambientale, Melucci chiede inoltre il coinvolgimento di Ispra, Arpa Puglia, Istituto superiore di sanità e Asl Taranto.

I punti salienti


Focus dell’accordo deve essere l’ex Ilva, magari puntando ad “una fabbrica più piccola, più sicura, più moderna” perché questo può “ricreare una relazione positiva e rispettosa tra l’industria e il territorio”. In questo nuovo rapporto, per il sindaco Melucci, devono rientrare piano industriale, manutenzioni urgenti e transizione tecnologica; scenari occupazionali; bonifiche e riperimetrazione del Sito di interesse nazionale; riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale e valutazione del danno sanitario alla base della produzione; interventi a salvaguardia dell’indotto; dismissione di aree non funzionali dello stabilimento siderurgico e cessione di parte delle concessioni demaniali marittime presso il porto di Taranto. Melucci afferma che “sufficienti leve finanziarie alla bozza di intesa potrebbero rinvenirsi in Pnrr, Jtf, Cis Taranto, fondi per la coesione, progetti a valere sulla Banca europea degli investimenti, strumenti ordinari e straordinari per gli ammortizzatori sociali”.  

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