Tennis, Filippo Volandri si presenta da nuovo ct: "Ve lo prometto, questa Italia diventerà grande"

Tennis, Filippo Volandri si presenta da nuovo ct: "Ve lo prometto, questa Italia diventerà grande"
di Daniele Petroselli
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Venerdì 29 Gennaio 2021, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 09:41

Il tennis è pronto a ricominciare dagli Australian Open. Per il movimento azzurro poi il 2021 parte anche con una novità: dopo 20 anni da ct, Corrado Barazzutti lascia il testimone a Filippo Volandri. Per il classe '81, numero 25 del mondo nel 2007, anno in cui a Roma batté il numero uno del mondo Federer negli ottavi degli Internazionali, un compito di sicuro importante in un momento che vede la Nazionale mai così forte, come forse non capitava da anni.

Arrivare dopo Barazzutti non è semplice, che obiettivi si è posto?
«E' una grande emozione. Io e Corrado abbiamo esordito insieme nel 2001 e ne abbiamo passate tante. Tengo molto a lui e ho imparato molto, per questo sento ancor di più la responsabilità. Poi conosco molto bene tutti i nostri azzurri, che ho aiutato a crescere grazie alla Federazione».

Da Fognini a Cecchinato, passando per Sinner. Mai così tanto talento in chiave azzurra. Sarà un piacevole problema creare la squadra giusta per la Coppa Davis:
«E' vero, sono frecce nell'arco importanti. Ho la fortuna di avere giocatori di grande esperienza, ma anche tanti talenti che stanno crescendo. Ce ne sono tanti, abbiamo un movimento in salute. E ve lo prometto, ce ne sono ancora tanti altri che stanno emergendo, non si siamo assolutamente seduti sugli allori ma stiamo lavorando per un gruppo sempre più forte. Se i problemi devono essere questi, ben vengano».

Un 2021 da cui ci si aspetta tanto dagli azzurri, a partire da Sinner e Berrettini:
«Berrettini ha bisogno di sentirsi importante, ci sta lavorando molto già dallo scorso anno. Ora è tra i grandi e basta poco per arrivare in alto. Viene da un anno faticoso dal punto di vista fisico ma sta lavorando su ogni aspetto per essere tra i più forti.

Sinner guarda ai miglioramenti e non ai trofei che vince. Ed è questo che mi piace di lui. L'approccio mentale è fondamentale e stiamo lavorando molto su questo. Il tennis mondiale è cresciuto tanto, sono molti gli atleti di livello e l'aspetto psicologico sarà sempre più importante per essere tra i migliori».

E poi ci sono tanti altri giovani che vogliono emergere, da Musetti a Pieri, fino a Nardi:
«Dobbiamo dare a ognuno il suo tempo .Tutti hanno fatto la scelta di diventare tennisti, ma ognuno ha bisogno dei propri tempi. Dobbiamo ricordarci che non si fa la gara a chi arriva primo ma a chi va più lontano. Da Musetti a Pieri, tutti cresceranno con i loro ritmi ma siamo sicuri delle loro qualità, sia umane che di giocatori. Ma ci sono già dei giocatori che stanno bruciando le tappe e per loro il presente è ancor più importante».

Australian Open: si parte da qui. Cosa si aspetta dagli azzurri in questo primo appuntamento?
«Come siamo stati bravi l'anno scorso ad approfittare sia del lockdown sia dei mesi di ripresa per lavorare su certi aspetti, mi aspetto ancora una crescita. Non guardiamo troppo al risultato ma alla crescita generale».

E in Coppa Davis? Quante speranze di tornare grandi?
«Bisogna dare di appartenenza a dei giocatori che fanno uno sport individuale. C'è la responsabilità di indossare la maglia azzurra. Qui si rappresenta tutti, dai bambini che iniziano a giocare agli anziani, fino ai semplici appassionati. Vogliamo creare un gruppo ancor più coeso. Il gruppo, come ai miei tempi, ti fa raggiungere risultati importanti».

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