Caso Peng Shuai, la Federazione mondiale tennis non sospende i tornei in Cina: «Non possiamo punire 1,4 miliardi di persone»

L'Ift ha preso la sua decisione: "Non vogliamo punire un miliardo di persone, quindi per il momento continueremo a gestire i nostri eventi junior e senior nel Paese"

Caso Peng Shuai, la Federazione mondiale tennis non sospende i tornei in Cina
Caso Peng Shuai, la Federazione mondiale tennis non sospende i tornei in Cina
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Lunedì 6 Dicembre 2021, 16:24

Il caso Peng Shuai non può «punire 1,4 miliardi di persone». Questa la presa di posizione della Federazione Internazionale di Tennis che non cancellerà i tornei in Cina, come richiesto dalla Women's Tennis Association. La richiesta della WTA era stata avanzata per potestare contro la mancanza di notizie su Peng Shuai, la tennista cinese di cui si sono perse le tracce dopo la sua denuncia di aggressione sessuale da parte dell'ex vice premier Zhang Gaoli. 

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Dell'ex numero uno della classifica mondiale femminile non si hanno più notizie da quando, il mese scorso, ha rivelato sui social di avere subito molestie sessuali da parte dell'ex vice-premier della Cina, Zhang Gaoli. Il suo post venne subito rimosso ma le autorità cinesi non sono riuscite ad avviare un'indagine o a fornire garanzie sulla sua condizione alla WTA che le aveva richieste.

Per questa ragione, la Women's Tennis Association ha annunciato la sospensione di tutte le gare di tennis in Cina. Ma la Federazione Internazionale ha invece deciso di continuare le sue attività, in attesa di ulteriori informazioni. «L'Itf è l'organismo che governa il tennis in tutto il mondo - ha detto alla Bbc il presidente David Haggerty - Non vogliamo punire un miliardo di persone, quindi per il momento continueremo a gestire i nostri eventi junior e senior nel Paese». 

Nella nota diffusa dopo la decisione, la Federazione ha comunque ribadito che, al di là della scelta di non sospendere i tornei per «non punire» i giocatori e gli appassionati cinesi di tennis, «sostiene i diritti di tutte le donne»,  precisando che «la nostra preoccupazione principale rimane il benessere di Peng Shuai. Le accuse di Peng devono essere affrontate. Continueremo a sostenere tutti gli sforzi fatti a tal fine, sia pubblicamente che dietro le quinte».

La Shuai ha accusato sui social l'ex vice primo ministro Zhang Gaoli, dal 2013 al 2018 uno dei politici più potenti in Cina, di averla costretta a fare sesso prima di farne la sua amante. Questa accusa è stata per un breve lasso di tempo pubblicata il 2 novembre sull'account Weibo ufficiale della tennista (social cinese equivalente a Twitter). A partire dal 4 novembre, la Cina ha bloccato ogni riferimento a questo messaggio attribuito a Peng Shuai della quale da allora non si sono avute notizie. La WTA e la sua controparte maschile, l'ATP hanno poi invitato la Cina a indagare sulle accuse di Peng, e molti tra i colleghi e le colleghe del circuito hanno espresso il loro sostegno all'ex tennista cinese sui social media con l'hashtag #WhereIsPengShuai (Dov'è Peng Shuai).

Nei giorni scorsi il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, ha affermato che il caso della tennista «è stato gonfiato» ad arte per attaccare la Cina, dopo che i media cinesi hanno diffuso filmati che dimostrerebbero che Peng è libera e in salute.

Ma quella sua breve apparizione non ha convinto quasi nessuno, visto che poi Peng Shuai è di nuovo sparita. 

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