Berrettini: «Wimbledon come il Queen's? Niente limiti e con Federer voglio riprovarci»

Matteo Berrettini, in una foto a Wimbledon
Matteo Berrettini, in una foto a Wimbledon
di Marco Lobasso
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Lunedì 28 Giugno 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 20:39

Nella storia del tennis la doppietta sull'erba Queen's-Wimbledon è riuscita solo a pochi eletti; gente come McEnroe, Connors, Becker, tanto per intenderci. Ora tocca a Matteo Berrettini provarci, dopo aver vinto, primo italiano nella storia, il tradizionale torneo del Queen's di Londra, l'antipasto del The Championship che inizia oggi. Il campione romano, atleta Red Bull, arriva a Wimbledon da testa di serie n.7, da numero 9 del ranking Atp e con la voglia di stupire il mondo.

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Un top ten mondiale che ha vinto al Queen's non può sottrarsi dall'essere inserito tra i favoriti sull'erba londinese.
«Infatti non mi sottraggo.

So cosa vuol dire vincere il Queen's, che è stato durissimo, e so che a Wimbledon sono stato inserito tra i big in tabellone. Non mi spaventa: dopo la pandemia, il lockdown, le difficoltà anche solo per allenarsi, dopo gli infortuni non ho paura di nulla e quindi non metto limiti a quello che posso fare».


Il Berrettini di questi ultimi mesi sembra più forte di testa, di gambe, più concentrato.
«Non sembro, sono. Ho lavorato duro con il mio staff e i risultati si vedono. Voglio migliorare e lo sto facendo, non voglio fermarmi ai risultati di adesso».


Da mesi si parla molto degli altri azzurri in ascesa, Sinner e Musetti su tutti. È stato un vantaggio o uno svantaggio?
«Uno stimolo. Mi fa bene la competizione in casa, è bello che ci siano altri italiani di alto livello, mi aiuta a migliorare».


A Wimbledon Berrettini è stato sorteggiato dalla parte di Federer. Due anni fa perse senza combattere. Le è servita quella lezione?
«Basta lezioni, spero che quella sia stata la prima e l'ultima. Ora saprei come comportarmi contro Federer, allora mi sembrò di ricevere una lezione di tennis da un grande maestro. Oggi sono pronto a giocarmela senza timori reverenziali».


Berrettini è ormai a pieno titolo in quel gruppo ristretto di atleti che vogliono scalzare dal vertice del tennis mondiale i tre Grandi Vecchi Djokovic, Nadal e Federer. Wimbledon è la grande occasione?
«No so se sarà questo torneo a cambiare le gerarchie mondiali. Io penso ad arrivare il più in alto possibile. E' il torneo più importante del mondo e un grande risultato a Londra vale per sempre».


Quindi, tra una vittoria a Wimbledon, le Atp Finals di Torino e la Coppa Davis con l'Italia Berrettini sceglierebbe l'erba?
«Oggi sì. Ma perché scegliere? Non si può far bene in tutti i tre grandi eventi? Se vinci a Wimbledon puoi farlo ovunque».

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