Uchimura, caduta della stella della ginnastica artistica: Giappone in "lutto"

Uchimura, caduta della stella della ginnastica artistica: Giappone in "lutto"
Uchimura, caduta della stella della ginnastica artistica: Giappone in "lutto"
di Giacomo Rossetti
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Domenica 25 Luglio 2021, 04:20

Il dio vivente della ginnastica non volteggerà più. Kohei Uchimura ha chiuso una carriera irripetibile nel modo più drammatico possibile (in senso sportivo): il simbolo di un Paese intero è caduto durante il volteggio alla sbarra orizzontale, durante un movimento eseguito decine di migliaia di volte, ma che proprio a Tokyo, proprio alle tanto attese Olimpiadi casalinghe, non gli è riuscito. C’è una parola in giapponese che indica bene lo stato d’animo di colui che per anni è stato chiamato semplicemente King dai suoi tifosi: ‘zetsubo’, ossia disperazione.

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Così ha dominato la scena 

Per il Giappone è una catastrofe: conquistando due ori consecutivi a Londra e Rio nelle finali individuali all-around, il 32enne Uchimura era diventato il primo uomo a riuscire nell’impresa dopo quarantaquattro anni. Alla vigilia della rassegna nipponica, però, una frase del campione aveva fatto drizzare le antenne: «Rispetto ai miei avversari io sono un vecchio bacucco». Una battuta all’apparenza innocua, ma con un fondo di verità: i rivali di Kohei avevano tutti una decina d’anni in meno di lui, e nella ginnastica artistica - dove il corpo si logora molto più che in altre discipline - l’integrità è tutto. Il fisico di Uchimura, gravato da qualche acciacco qua e là, aveva suggerito al suo possessore di dedicarsi solamente alla sbarra orizzontale, così da concedere un po’ di sollievo ai muscoli delle spalle.

Ancora più brutto del tonfo è stato il momento in cui il re detronizzato si è presentato alle telecamere. «Non voglio ripensare alla mia prestazione, perché ho fallito», il secco esordio. «Nelle ultime tre Olimpiadi, sono sempre stato capace di far vedere i movimenti per i quali mi ero tanto allenato, ma non ci riesco più». Parole amare, che però dimostrano una grande consapevolezza: «Il mio apice di forma fisica è alle spalle, lo devo accettare con serenità».

La domanda che tormentava (e che tormenta) i suoi compatrioti non ha però avuto risposta: «Questa è la mia ultima Olimpiade? Ci devo pensare». Molto difficile, se non impossibile, che il nativo di Kitakyushu torni alla ribalta a Parigi nel 2024, quando avrà 35 anni.

 

Perfezionista irripetibile 

Resta l’eredità sportiva di un maestro, uno che da piccolo aveva succhiato il talento dal seno materno (la madre è stata una ginnasta fino a 56 anni) e che a tre anni appena provava i primi salti sul trampolino che il padre - anche lui ginnasta agonista - gli aveva comprato dagli Stati Uniti. Un cannibale delle pedane che nel suo palmarès ha anche quattro argenti olimpici e dieci ori mondiali. Uchimura ha portato i concetti di perfezionismo e duro lavoro a un livello successivo: «Al liceo ero sicuro che avrei imparato a volare, se avessi provato abbastanza».

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