dal nostro inviato
TOKYO - Ci eravamo abituati troppo bene. Quel tris d’oro agli Europei certificava la superiorità schiacciante di Simona Quadarella a livello continentale, ma quando in acqua entrano americane e asiatiche la concorrenza diventa spietata. Insostenibile se non sei al top della forma. E la romana, così, non va oltre il quinto posto nella finale dei 1500 metri, dominati da Katie Ledecky, che si riscatta poco dopo aver fatto cilecca sui 200, dov’è rimasta fuori dal podio.
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Simona chiude la gara in 15’53”97 che non è un tempo disastroso, intendiamoci. Per mettersi al collo l’oro europeo di Budapest le era bastato un 15’53”59, quasi in linea. Ma quando a Gwangju vinse l’oro mondiale lo fece in 15’40”59. Tutta un’altra musica. Ci sarà la chance per rifarsi sugli 800. Da Ottavia all’Aniene, dove raccoglierà il testimone ideale di primo violino del nuoto azzurro dopo che Federica Pellegrini avrà detto basta, Simona ha portato lo sport romano sul tetto del mondo.
Chi è Simona Quadarella
“Gnappez” come la chiamavo alla Delta, la piscina in cui ha cominciato a nuotare, si è poi trasformata in “Veleno”, un altro dei sui soprannomi, più calzante al personaggio, specie per quello che riesce a fare in acqua.