Non usa mezzi termini Johnny Pellielo per dire al mondo che l’argento appena conquistato nella fossa olimpica lo soddisfa. Inutile quindi stare a recriminare su quanto la fossa olimpica del Deodoro poteva dare, meglio festeggiare per quanto ha dato. Da Rio Giovanni Pellielo torna a casa col terzo argento olimpico (dopo Atene e Pechino), cui bisogna aggiungere anche il bronzo di Sydney. Il tabù dell’oro non viene sfatato neanche in terra carioca, ma niente paura perché a 46 anni il tiratore azzurro non si arrende e dà l’arrivederci a Tokyo 2020. Nella finale a due – frutto delle cervellotiche nuove regole, che a quanto pare dal prossimo anno dovrebbero comunque essere cambiate – Pellielo è stato battuto dal croato Josip Glasnovic allo spareggio. La serie da 15 si era infatti chiusa sul 13 pari. Decisivo è stato l’errore dell’italiano nel quarto tiro dello shoot-off.
Nella semifinale a sei – ultimo l’altro azzurro Massimo Fabbrizi con 11 – Pellielo si era fermato a 14, mentre il croato aveva fatto en-plein. Poi nello scontro a 2 l’azzurro ha fallito due piattelli di fila, il settimo e l’ottavo («Ho sbagliato il primo per il vento, poi mi sono leggermente impaurito e ho fallito anche il successivo»), mentre Josip non ha frantumato il sesto e il tredicesimo piattello.
Rispetto alle altre tre medaglie a cinque cerchi questa ha un sapore particolare per Pellielo: «Arriva dopo una stagione avara di risultati. Nelle precedenti annate avevamo sempre vinto qualcosa di importante, nel 2016 eravamo ancora a secco».
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