Rio 2016, Errigo & Di Francisca fioretto per l'Italia

Rio 2016, Errigo & Di Francisca fioretto per l'Italia
di Gianluca Cordella
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Mercoledì 10 Agosto 2016, 09:55 - Ultimo aggiornamento: 13:35
dal nostro inviato
RIO DE JANEIRO Dove le avevamo lasciate? Già, a Londra, quattro anni fa. Una di fronte all'altra, Elisa Di Francisca ed Arianna Errigo, a giocarsi l'oro in un'edizione dei Giochi strepitosa per il fioretto femminile azzurro. Il podio era tutto tinto d'azzurro, con Valentina Vezzali sul gradino più basso. E arrivò anche l'oro a squadre. Alle avversarie nemmeno le briciole. Oggi il discorso riparte proprio da lì, Elisa e Arianna ma soprattutto Elisa contro Arianna. Tutto è cambiato. Non c'è più l'eterna Valentina a prendersi i riflettori, non c'è la prova squadre, sacrificata dalla rotazione olimpica e, di conseguenza, non c'è una terza atleta per l'Italia che avrebbe alimentato i sogni di gloria di uno storico replay del podio inglese. Soprattutto non c'è lo stesso rapporto di forza tra le due. Elisa, che ha sei anni in più di Arianna - senza svelare le età di entrambe per cavalleria - nel 2012 era già al top della carriera. Era stata campionessa del mondo a Parigi nel 2010. Arianna invece doveva ancora esplodere, andava a caccia del primo oro pesante e ai mondiali, al massimo, era stata argento. Fatalmente, a Parigi 2010, in finale contro Elisa. Londra è stata una specie di Gran Premio della montagna per la Errigo che, scollinata l'ennesima beffa per l'oro, si è lanciata in discesa in una carriera che è esplosa con due titoli mondiali consecutivi nel 2013 e nel 2014.
AMICHE NEMICHE
«Sono passati quattro anni dall'argento di Londra e a quella finale ci penso ancora» racconta la Errigo. Fu una partita a scacchi, 12-11 per la jesina dopo il minuto supplementare. Nessun guanto di sfida alla compagna di squadra, però. «No, sono solo contenta che finalmente si vada in pedana. Parto con l'obiettivo di divertirmi e poi speriamo bene». Anche Elisa sulla sfida tutta azzurra preferisce sorvolare, meglio non alimentare tensioni in vista della gara. «Si va in pedana e solo per questo sarà una giornata particolare spiega Voglio e devo concentrarmi su me stessa il più possibile. E' una gara individuale e non puoi permetterti di sbagliare». Stupisce la Di Francisca. Lei che è più estroversa e televisiva non si sbottona. «Comunque sono pronta, grazie soprattutto a tutte le persone che mi hanno sostenuto nell'avvicinamento a questa gara. Tutti quelli che hanno sopportato le rotture, i miei cambi di umore con i momenti di stress alternati a quelli d'allegria». Si sbottona un po' di più Arianna, perché è inutile nascondersi: entra in tabellone da numero uno, parte con i gradi della favorita e poi c'è un tabù da sfatare. «Voglio dare tutto e arrivare fino in fondo anche perché l'oro olimpico nella prova individuale è l'unica medaglia che ancora mi manca», obiettivo dichiarato senza mezze scaramanzie. E non potrebbe essere altrimenti. Sia per blasone personale, che del movimento.
SEMPRE AL TOP
Basta un dato: l'ultima volta olimpica senza un'azzurra sul gradino più alto del podio nell'individuale è lontana 20 anni, Atlanta 1996. Poi sempre Italia. E non contiamo la squadra che è Dream Team mica per caso. Tuttavia, non di solo blasone si può avanzare nel tabellone olimpico. «Devo confessare che vedere gli altri in questi giorni mi ha messo addosso un po' di tensione rivela la Errigo Sono dei Giochi strani, i favoriti non sono arrivati quasi mai in fondo». E qui un po' di pretattica è concessa. Elisa invece preferisce non guardare agli altri. In quanto a ori da conquistare, un po' di tranquillità in più rispetto ad Arianna ce l'ha. «Sento di aver fatto una buona preparazione, ho la coscienza a posto e questo mi basta. Ma non so se avanza», scherza. Unico rammarico: se grande derby dovrà essere, non potrà esserlo in finale. Errigo e Di Francisca sono finite dalla stessa parte del tabellone e, nella migliore delle ipotesi, si troveranno in semifinale. Non come a Parigi, non come a Londra. Ma, sulla via dell'oro, è questione irrilevante.