Rio 2016, All Blacks che delusione: le Fiji spazzano via un mito

Rio 2016, All Blacks che delusione: le Fiji spazzano via un mito
di Mario Nicoliello
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Venerdì 12 Agosto 2016, 11:35
RUGBY
RIO DE JANEIRO Sul prato del Deodoro il nero non va di moda. Meglio il verde dell'erba e della bandiera brasiliana oppure il blu di un cielo terso che trasforma l'inverno in estate in un batter d'occhio. Poveri All Blacks quindi, mestamente eliminati nei quarti dal torneo di rugby a sette e rimasti sorprendentemente senza medaglia. Evidentemente la haka non ha portato bene. Sarà forse che il rito maori non impressiona più gli avversari perché anziché essere eseguito all'inizio viene celebrato al termine del match. Non in mezzo al campo di fronte ai rivali, ma quasi sulla linea di fondo a favore di pubblico. Il tutto mentre le altre squadre stanno per cominciare il proprio match. Peripezie di un cerimoniale velocissimo, con tempi morti ridotti all'osso e un torneo di rugby a sette che si snocciola in soli tre giorni. Due tempi da dieci minuti, partite ogni mezz'ora e sudditanze psicologiche che vanno a farsi benedire. Succede così che i due ori certi per la Nuova Zelanda non arrivano, ma se almeno le donzelle si salvano con l'argento, i maschietti sprofondano.
SENZA PARACADUTE
Altro che doppietta e dominio, qui siamo al si salvi chi può. La caduta dei tutti neri fa rumore. Si piange in campo e ci si dispera sugli spalti, con i tifosi che non si capacitano dell'accaduto, trovando nei boccali di birra (rigorosamente in plastica, visto che di vetro nel parco olimpico non c'è traccia) l'unica ancora di salvezza. Da 15 a 7 il passo è breve, ma la sottrazione risulta fatale. Riduci il pacchetto di mischia, togli uomini dietro e metti velocità alle ali. Poi ti accorgi però che serve anche il calciatore, ma non uno qualsiasi, bensì un maestro del drop, visto che dopo la meta la trasformazione si esegue proprio droppando e non con l'ovale a terra. Ma un talento alla Dan Carter, che nel 2015 consegnò quasi da solo il Mondiale a 15 alla Nuova Zelanda, qui non c'è, perciò quindi la confusione aumenta. Poca lucidità tattica, errori palla al piede e lentezza in difesa: la miscela esplosiva logora gli All-Blacks e le sue star. Una su tutte, quel Sonny Bill Williams che ha alzato bandiera bianca alla prima partita, cadendo al tappeto per infortunio. E che botta: rottura del tendine d'Achille e buona parte della prossima stagione andata in fumo. Meno male che Williams ha avuto il tempo di farsi una risata, quando l'autista dell'ambulanza che lo stava trasportando in ospedale si è perso per le strade di Rio. Il due volte iridato nel 15 non ha potuto aiutare i compagni, ma neanche la sorella Niall ha fatto più di tanto. Doveva essere un punto di forza delle Black Ferns, ma ha passato molto tempo in panchina. Le ragazze per lo meno in finale ci sono arrivate, ma nell'atto decisivo le cugine australiane le hanno travolte per 24-17. I maschi hanno vinto solo col Kenya e perso contro Giappone e Gran Bretagna, prima della disfatta totale contro Fiji nei quarti di finale. E sarà Fiji-Gran Bretagna la finale olimpica. Quando la palla da tonda diventa ovale il rimbalzo può essere imprevedibile. Ma l'avventura degli All Blacks è andata oltre le previsioni.