Olimpiadi 2026, «Sognare insieme»: così Sofia e Michela seducono Losanna

Olimpiadi, «Sognare insieme»: così Sofia e Michela seducono Losanna
Olimpiadi, «Sognare insieme»: così Sofia e Michela seducono Losanna
di Piero Mei
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Martedì 25 Giugno 2019, 00:18 - Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 20:00

Loro avevano la principessa, che portava in dote anziché territori il pacchetto di voti dei suoi “compagni di trono”. Ma noi avevamo le ragazze d’Italia, che vissero felici e vincenti e noi pure. Regine di sport, di spettacolo, di idee. C’è una coniugazione al femminile di questo successo di Milano e Cortina, più strada facendo rispetto a quel che ci sarà. 
Perché la presentazione della candidatura che non è più tale, giacché ha vinto, ha dato largo spazio, come ormai avviene in tutti i campi dello sport (piste, piscine, pedane) alle azzurre. Le quali, smessi gli indumenti di gara, hanno indossato l’eleganza italiana, che è sempre un’eccellenza, hanno mostrato non solo il sorriso accattivante, ma anche declinato le parole giuste, vivendo con leggerezza che non vuol dire approssimazione ma anzi il contrario, il loro “magic moment”. 

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L’hanno fatto da abituate al podio, certo, ma anche da donne che sanno parlare, l’italiano e no; sanno dare di ogni cosa un’immagine che conquista. 
Conquista il progetto dei Giochi del 2026, del quale è direttore una donna, Diana Bianchedi: sapeva, da più giovane, come “infilzare” (metaforicamente s’intende) le avversarie della scherma; ha saputo come colpire al cuore e alla ragione i membri del Cio che hanno scelto l’Italia. 
Conquistano le parole di Arianna Fontana, una delle ragazze d’oro di Pyeongchang, le ultime Olimpiadi invernali svolte, quelle della pace coreana. 
 


E poi il “siparietto”: la parola può sembrare non degna. Diciamo allora il cameo, quello spazio che viene riservato ai grandi artisti. Eccole, Michela (Moioli) e Sofia (Goggia), due delle tante azzurre che in questi ultimi anni hanno saputo farsi ammirare per bellezza loro e dei risultati sportivi ottenuti. Il loro duetto è di quelli da cliccare in rete: spigliate, simpatiche, emozionanti, con quel “dreaming togheter”, sognando insieme, che è uno degli slogan più azzeccati della storia olimpica. Il sogno e l’insieme, due valori che lo sport cerca di difendere da sempre. 
E’ stato bello vedere queste ragazze italiane su di un podio, e su di un palcoscenico, che è stato per tradizione maschilista, solo che si pensi che, anticamente e no, alle donne non fu subito consentito l’accesso al campo di gara (anticamente, anzi, pure l’accesso in tribuna, come capita ancora da qualche parte e lo sport cerca di buttare giù il muro dell’intolleranza). 
Eccole, invece, Diana, Arianna, Michela e Sofia partecipare attivamente alla vittoria che è di tutta l’Italia del fare.

Quella che, ahinoi, non abbiamo potuto vedere a Roma, la prima volta (candidatura 2020) per colpa dell’austerity troppo rigida, e la seconda (candidatura 2024) per colpa di chi considerò la vicenda “un rischio e uno spreco”. Del resto se lo è attappare una buca, svuotare un cassonetto, tagliare un ramoscello, riparare una scala mobile, far partire un autobus, figurarsi un’Olimpiade... 

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