Rio 2016, Libania Grenot ottava nei 400 metri
Rudisha padrone degli 800, apoteosi Da Silva nell'asta

David Rudisha
David Rudisha
di Carlo Santi
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Martedì 16 Agosto 2016, 04:19 - Ultimo aggiornamento: 14:39
dal nostro inviato
RIO DE JANEIRO Libania Grenot si arrende nel giro di pista che è stregato per Allyson Felix, la statunitense che cercava l’oro battuta dal tuffo della bahamense Shaunae Miller proprio sul traguardo. L’azzurra, invece, nonostante un avvio all’attacco, ha pagato la fatica e nel finale dopo essersi presentata sesta all’uscita dell’ultima curva ha rallentato: ottava in 51”25. La Miller, invece, ha corso in 49”51 e la Felix in 49”85. Il bronzo è andato alla giamaicana Shericka Jacksson con 49”85.
David Rudisha non ha rivali negli 800 metri. Il keniano non si è preoccupato del connazionale Alfred Kipketer che ha impresso un ritmo rapido in avvio passando a metà gara in 49”3. Rudisha, che ha realizzato il bis olimpico (a Londra ottenne, correndo da solo, il primato del mondo con 1’40”91) ha atteso i 500 metri ha il suo attacco: nessuno ha resistito, era solo lotta per le altre posizioni e mentre il keniano vinceva in 1’42”15, dietro l’algerino Taoufik Makhloufi si è preso l’argento (1’42”61) e lo statunitense Murphy il bronzo (1’42”93).
L'inizio delle gare della sera sono state fermate da un viole to acquazzone che ha ritardato il programma e costretto a ripetere una batteria dei 110 ostacoli.

Fantastica finale dell'asta, impresa di Thiago Braz Da Silva volato oltre i 6.03 al secondo tentativo. Il francese Renaud Lavillenie, campione a Londra, mai al Mondiale, sentiva già l'oro in tasca. Aveva saltato 5.98 al primo balzo e Da Silva nel tentativo di superarlo aveva passato questa misura per cimentarsi con i 6 .03. Lavillenie ha fallito due volte, Da Silva la prima ma non la seconda. Era lui il campione olimpico virtuale perché il francese disponeva di un ultimo salto. Disperato, con la pressione addosso, Renaud non è riuscito a superare l'asticella. Una beffa mentre per il padrone di casa allenato da Vitaly Petrov a Formia è stata apoteosi.
Labilmente ha riservato l'ultimo tentativo a 6.08 ma invano.
E' stata una gara affascinante questa dell'asta. Il francese aveva infilato al primo salto 5.98: era il quarto salto della sua gara che lo ha visto così bissare l'oro di Londra. A sfidarlo per il titolo era rimasto solo Da Silva. Era quasi mezzanotte di una notte d'autunno e Da Silva, che aveva già l'argento in tasca, ha cercato il colpo. Ha detto ai giudici "passo" per cercare, a 6 metri, il successo. Malissimo il primo salto, perfetto nel secondo che ha lasciato di ghiaccio il rivale.
A 5.93, con Lavillenie a segno al primo tentativo, l'impresa non è riuscita subito al padrone di casa, allo statunitense Kendricks, al ceco Kudlicka che aveva un solo tentativo a disposizione, e al polacco Lisek anche lui all'ultima prova a disposizione. Da Silva i 5.93 li ha centrati al secondo balzo mentre l'americano, medaglia di bronzo con 5.85, ha sfiorato l'impresa al terzo tentativo.

La quarta giornata dell’atletica olimpica si è aperta con il primato del mondo, il terzo in questa Olimpiade. Lo ha realizzato la martellista polacca Anita Wlodarczyk che ha aggiunto più di due metri al suo vecchio record lanciando a 82.29 (80.08 era il precedente ottenuto lo scorso agosto). A quasi sei metri la seconda, che è il margine massimo alle Olimpiadi: la cinese Wenxiu Zhang ha chiuso con 76.75 mentre l’inglese Sophie Hitchon, terza, si è fermata a 74.54.
La Wlodarczyk, che ha 31 anni, è al terzo oro globale della carriera dopo l’oro ai Mondiali di Berlino 2009 (realizzò anche il record del mondo con 77.96); quello, sempre al Mondiale, a Mosca 2013 e adesso questo olimpico.

Chi invece il record lo ha sfiorato è stata Ruth Jebet. L’atleta del Bahrain ha corso i 3000 siepi in 8’59”75 avvicinando il primato della russa Galkina (8’58”81). La Jebet, che è nata in Kenya, non ha ancora venti anni: il tempo le vale la miglior prestazione mondiale under 23. Passaggi super, 3’05”93 ai 1000, 6’00”06 ai 2000, tempi irresistibili per le rivali.
 
Folorunso e Pedroso in semifinale nei 400 ostacoli
Le azzurre Ayomide Folorunso e Yadisleidis Petroso hanno raggiunto la semifinale dei 400 ostacoli mentre Marzia Caravelli è stata eliminita. La Folorunso ha chiuso al terzo posto nella prima batteria con 55”78, la quasi ventenne di origini nigeriane che vive dal 2004 con i genitori a Fidenza, mamma Miriam e papà Emmanuel che è geologo, arruolata nelle Fiamme Oro e studentessa di medicina, quarta lo scorso mese agli Europei di Amsterdam.
Per la Pedroso, che è nata a L’Avana e ha 29 anni, italiana per matrimonio, quarto posto nella quarta batteria con 55”91. Esclusa invece la Caravelli, sesta nell’ultima batteria con 57”77, che ha rallentato nel rettilineo conclusivo attaccando male la decima barriera.
 
In mattinata poco azzurro a Rio
Mattinata di ferragosto non felice per i colori azzurri. Ha cominciato Fabrizio Donato impegnato nelle qualificazioni del salto triplo. Il bronzo di Londra ha fallito l’accesso in finale per pochi centimetri, sette, chiudendo con 16.54. Sarebbe stato, per Donato, il regalo di compleanno visto che ieri ha festeggiato 40 anni. L’ultimo balzo a disposizione è stato un nullo. «Purtroppo non è arrivato il regalo di compleanno che mi volevo fare – ha detto l’azzurro - Il primo salto era sbagliato: non sono riuscito ad essere veloce in uscita. Nel secondo ho sentito il nullo sotto il piede, mi ha sbilanciato in avanti e non ho chiuso. Nel terzo è venuto fuori un bel salto, ma ho toccato la plastilina. Peccato». Per Donato questa è la quinta Olimpiade. «Mi dispiace perché la finale era alla mia portata», ha aggiunto.
Eliminati i due siepisti Floriani (8’40”80) e Bamoussa(8’42”81) e fuori in batteria anche la velocista Gloria Hooper nei 200, sesta nella seconda batteria con 23”05.
 
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