Judo, Fabio Basile vince l'oro: è il duecentesimo per l'Italia, argento femminile per Giuffrida

Judo, Fabio Basile vince l'oro: è il duecentesimo per l'Italia, argento femminile per Giuffrida
3 Minuti di Lettura
Domenica 7 Agosto 2016, 22:15 - Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 12:20

Fabio Basile ha vinto il primo oro dell'Italia ai Giochi di Rio 2016, battendo il coreano Baul An nella finale del judo 66 chilogrammi per ippon: il suo è un successo storico per lo sport italiano, perchè è l'oro n. 200 dell'Italia alle Olimpiadi estive.

Fabio Basile, nato a Rivoli (Torino), classe 1994. Inizia la sua carriera al Club 2011 Avigliana per poi passare all’Akiyama Settimo Torinese sotto la guida di Pierangelo Toniolo. Al suo attivo tre titoli di Campione Italiano Assoluto conquistati con i colori del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito per il quale milita attualmente. Incluso nel gruppo dei giovani judoka nel “Progetto Tokyo 2020”, ha bruciato le tappe conquistando il pass olimpico per Rio de Janeiro 2016 in sole 5 competizioni.
 

 


Il judoka di Rivoli, caporalmaggiore dell'esercito, conquista l'oro con un ippon - un colpo da ko per i combattenti - nella finale contro il sudcoreano An, mezzora dopo che la sua gemella, Odette Giuffrida, cresciuta insieme a lui dalle categorie giovanili sfiorava anche lei la vittoria. Alla fine la romana è salita sul gradino dell'argento, sconfitta dall'atleta del Kosovo, Majliuda Kalmendi. Una vittoria, quella di Basile, arrivata dopo nemmeno un minuto. Dopo il verdetto il 21enne si è prima inginocchiato, poi è corso a consolare il suo avversario. Poi però ha urlato a squarciagola la sua gioia, con un esplicito "mammaaa" e un altro esplicito "papà". La dedica pronta e immediata, davanti alle telecamere, poi il cuore per la sua bella Sofia, judoka promettente come lui. «Dedico questa vittoria alla mia famiglia - ha ammesso - e alla mia fidanzata». Spaccone e spavaldo sul tappeto, tenero, e attaccato ai valori della famiglia fuori. Alle luci della ribalta non era abituato il torinese classe '94, con la qualificazione per i Giochi arrivata con un percorso accelerato che avrebbe dovuto portarlo insieme a Odette solo a Tokyo. Una gioia incontenibile condivisa con l'amica di sempre, argento dopo un torneo sorprendente condotto sempre con coraggio. L'oscar olimpico per lei è solo rimandato, ma scende dal tatami senza rimpianti: «Avevamo buone sensazioni - ha confessato - ma era impensabile ipotizzare questo risultato. È fantastico, la nostra è una squadra giovane e con grande potenziale per il futuro. L'avevo detto che niente è impossibile. Non ho pensato né a vincere né a perdere, solo a non avere rimpianti e non ne ho». Il suo primo pensiero è all'Italia, a cui il judo ha regalato la medaglia numero 200 della sua storia a cinque cerchi: «Sono fiera del tricolore - ha concluso Odette - sul podio ho avuto i brividi. Sono orgoglioso di essere italiana»

© RIPRODUZIONE RISERVATA