Lecce, con la Cremonese è mancato il piano-B. Le marcature a uomo dei grigiorossi hanno sorpreso Baroni

La marcatura dedicata di Pickel su Hjulmand
La marcatura dedicata di Pickel su Hjulmand
di Michele TOSSANI
3 Minuti di Lettura
Martedì 4 Ottobre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 01:02

La grande voglia di vincere la prima partita stagionale al Via del Mare da dedicare ai tifosi giallorossi ha tirato un brutto scherzo al Lecce, costretto al pareggio casalingo da una buona Cremonese. Quella dei giallorossi, cui è mancato il piano B per provare a battere i grigiorossi, è stata senza dubbio la peggiore prestazione dall’inizio del campionato.
Mister Baroni manda in campo Gendrey, Baschirotto, Pongracic e Gallo davanti a Falcone; a centrocampo Gonzalez, Hjulmand ed Askilsden; in avanti Banda, Colombo e Strefezza. I giallorossi partono cercando di muovere palla attraverso le corsie esterne, provando a sfruttare le coppie terzino-ala formate da Gendrey e Strefezza a sinistra e da Gallo e Banda sul lato opposto. L’undici giallorosso cerca di cambiare il gioco quando trova la strada chiusa, ma in partenza si appoggia soprattutto sul lato destro del terreno di gioco, dove la Cremonese fa fatica a scivolare con Okereke.

Le mosse di Alvini

A parte questa difficoltà sul lato del suo attaccante di sinistra, la Cremonese riesce ad opporsi con efficacia al possesso salentino. Alvini ha preparato bene la partita: ha cambiato sistema base (passando dal 3-4-3 al 4-2-3-1 con gli esterni offensivi molto stretti dentro il campo) mantenendo però l’idea di un calcio diretto e verticale. Rispetto alle altre uscite stagionali i lombardi sono anche più accorti difensivamente, con un baricentro più basso sul possesso leccese (46.12m). In fase difensiva Alvini ha predisposto il costante controllo di Banda e Strefezza e la marcatura di Pickel su Hjulmand. Il calciatore svizzero, agendo da numero 10 alle spalle di Ciofani, sacrifica la sua fase offensiva per francobollare il capitano del Lecce. È una mossa azzeccata, come testimoniano i dati relativi ai passaggi chiave prodotti da Hjulmand (appena 2) e alle perse dal play leccese, che risultano alla fine ben 6. A questi numeri vanno aggiunti quelli (bassi) delle palle giocate dal numero 42 giallorosso (soltanto 42) a riprova di come la scelta tattica di Alvini abbia pagato, tagliando fuori dal gioco uno degli elementi chiave della manovra d’attacco della compagine di Baroni.
Di fronte ad uno Hjulmand annullato da Pickel, il Lecce non risponde ruotando le mezzali (che sostanzialmente restano anch’esse fuori dalla partita, fino alla sostituzione) quanto invece accentuando il ricorso all’utilizzo delle catene esterne, dalle quali arriveranno alla fine comunque solo 12 cross. 
In generale, il Lecce perde troppi palloni (52 palle recuperate dalla Cremonese), particolarmente in costruzione. E proprio da una palla persa da Hjulmand nasce l’azione del rigore del vantaggio ospite. La squadra di Baroni fatica a settare il possesso nell’altra metà campo, dove la Cremonese si mantiene aggressiva. I padroni di casa vanno a folate, riuscendo a trovare il pareggio a seguito della prima azione riuscita, nata non a caso sulla destra.
Nella ripresa Baroni manda subito in campo Ceesay, che cerca di associarsi con Banda. Il Lecce però continua a sbagliare troppo tecnicamente, con gli ingressi di Bistrovic e Blin che non migliorano il palleggio della squadra. E anzi la formazione ospite ad essere più pericolosa, sempre sfruttando errori in possesso dei leccesi. Alla fine il Lecce può essere soddisfatto di un punto conquistato dopo una prova non incoraggiante, contro un avversario che arrivava al Via del Mare in difficoltà, ma che alla fine ha saputo interpretare meglio la gara, dettandone il contesto.
Il Lecce ha creato troppo poco, generando un dato di appena 0.93 xG (rigore di Strefezza compreso), contro gli 1.57 dei grigiorossi.

A preoccupare è soprattutto il fatto che il piano tattico della compagine di Alvini (bloccare Hjulmand e le corsie esterne) sia perfettamente riuscito, senza che i giallorossi fossero in grado di produrre un’alternativa valida.

© RIPRODUZIONE RISERVATA