Una partita a golf, un soggiorno sulla scia dei ricordi, a Torino, dove ha vissuto cinque anni sulla panchina granata, un rapporto fecondo con Urbano Cairo, suo testimone di nozze a Bari, un incontro con i vecchi amici, ora che ha deciso di vivere il calcio fuori dalla dimensione agonistica, da osservatore che si porta l’esperienza di una vita in panchina, anche quella con la Nazionale.
Il Lecce sempre nell’animo, per via della doppia promozione dalla C alla serie A, Gian Piero Ventura sta seguendo con grande attenzione il cammino della squadra di Baroni nell’Olimpo del calcio italiano. «Capisco il rammarico del Lecce per il pareggio finale contro il Milan, dopo un eccezionale primo tempo - dice Ventura -. Ho visto davvero un grande Lecce al cospetto di un Milan deficitario. Ci stava tutto il 3-0 per chiudere la partita nella prima parte della gara. Resta la prestazione superlativa, la sostanza, la positiva continuità della squadra, in linea con le ambizioni della società. Mi è piaciuta moltissimo la determinazione dei giallorossi. È un Lecce che ha la sua forza nella disposizione al sacrificio, nel suo modo di essere, nella organizzazione, nella capacità di stare in campo. Questa squadra può ancora allungare la sua magica serie positiva e può fare risultato contro tutti».
Per alcuni addetti ai lavori, il Lecce sembra il Napoli della metà classifica. «È un bel complimento che condivido pienamente. Undici punti di vantaggio sulla zona retrocessione sono il frutto del lavoro prezioso svolto da Pantaleo Corvino, da Baroni e dal presidente Sticchi Damiani. Credo che alla vigilia tutti e tre avrebbero messo la firma per questa marcia. Il vantaggio in classifica è anche il frutto della qualità dei tanti giovani. Mi riesce difficile fare un nome in particolare, si esaltano tutti all’interno di un progetto quasi perfetto. Tutti giocano per la squadra. La bellezza del Napoli è la grande qualità, ma anche la voglia di divertirsi che Baroni ha trasmesso evidentemente anche ai suoi ragazzi, la voglia di esserci. Penso ad un Colombo, per esempio, che gioca e fa gol e che quando lo chiamano a partita in corso scende in campo con la bava alla bocca cercando di essere protagonista. Strefezza contiene l’avversario e scarica palle in continuazione sul fronte offensivo, ma si fa un torto a parlare solo di qualcuno».
Siamo alla fine del girone di ritorno, il Lecce chiude a Verona, che è stata la sua Verona, nel campionato 2006-2007. Cosa prevede Ventura sino alla fine e quanto rischia il Lecce nei due scontri diretti con Verona e Salernitana, l’ultima squadra che allenata dal tecnico ligure nel 2019-2020? «A metà strada non c’è ancora niente di definitivo. Ma questo Lecce è una squadra che può solo migliorare e gettare le basi per il futuro, con la consacrazione dei suoi giovani e con le plusvalenze che può realizzare grazie alla politica felice di Corvino. Questo Lecce può trovare un ruolo stabile nel massimo campionato».
Il Verona ha messo in difficoltà l’Inter, pur perdendo.
"Guardia alta"
La vittoria dell’Empoli sulla Sampdoria ha rilanciato i toscani ma ha lasciato a quota nove i doriani, la Cremonese è sul fondo e domani ospiterà l’Inter. Alla fine del girone di andata si è già definita la questione retrocessione? «Manca ancora l’intero girone di ritorno e tutto è possibile. Per il Lecce vincere a Verona può significare mettere una seria ipoteca sulla salvezza. Certo, sarà comunque molto importante la serenità con la quale le concorrenti nella lotta per la salvezza affronteranno questa seconda parte del campionato».
Uno sguardo sulla zona alta della classifica. Quanto sta pesando il mondiale? Il Napoli è già scudettato? «Alla ripresa il Napoli sembrava dovesse pagare lo stop ma è riesploso subito. A questo punto, lo scudetto potrebbe solo buttarlo via».