Entra nei dettagli mister Cagni, dall’alto della sua esperienza. «Mi fece una grande impressione a Rimini per la chiarezza delle idee espresse ad una riunione riservata agli allenatori di calcio. Ecco, a Lecce sta riuscendo a valorizzare il suo credo calcistico. Predica l’importanza dei duelli, di vincerli, crede nel rispetto dei suoi principi che riesce a trasmettere ai giocatori per la franchezza del rapporto, per la stima con la quale gratifica tutti. Ha una buona rosa, merito di Corvino e Trinchera, e fa sempre giocare il meglio. La vittoria sull’Atalanta è il frutto di tutto questo». Mister Cagni è un fiume piena. «Ha gli occhi di tigre, Baroni, sempre concentrato sulla partita, il Lecce aggressivo ha la sua anima».
Va oltre, l’allenatore bresciano, classe 1950. «La scelta di un giovane come Hjulmand per il ruolo di capitano è estremamente significativa. Conta la leadership, non l’età. De Zerbi affidò la fascia ad un giovane Raspadori. Quello è stato il Sassuolo più bello più convincente. Il Sassuolo di oggi è un po’ Berardi-dipendente. Ma la squadra attuale, allenata da Dionisi, ha anche preso troppi gol. A differenza del Lecce che al contrario regge molto bene in difesa, è una squadra dove si vede che i giocatori si sentono liberi e si esaltano. Non guardano la classifica, di solito si guarda quando sei sul fondo, non quando hai un bel vantaggio sulle altre. Lecce-Sassuolo sarà una sfida fantastica fra le provincie che sorridono e che guardano avanti. Anche se il Sassuolo sente più vicino il fiato degli inseguitori».