L'ex arbitro Pieri "boccia" Prontera: "Ha commesso due errori ai danni del Lecce. L'espulsione non c'era e nemmeno il rigore per la Roma"

L'ex arbitro Tiziano Pieri
L'ex arbitro Tiziano Pieri
di Lino DE LORENZIS
6 Minuti di Lettura
Mercoledì 12 Ottobre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 01:24

Anche Tiziano Pieri, ex arbitro di serie A e attuale moviolista di RaiSport, “boccia” la performance di Alessandro Prontera in Roma-Lecce. Il “fischietto” salentino, appartenente alla sezione Aia di Bologna, ha toppato sugli episodi-chiave del match andato in scena domenica sera allo stadio Olimpico. «È stato un contrasto di gioco in scivolata nel quale non c’è stata cattiveria nell’intervento di Hjulmand - sottolinea Pieri -. Tanto è vero che il calciatore del Lecce ritrae il piede appena entra in contatto con la tibia di Belotti. Si vede che non c’è la volontà di entrare sull’uomo bensì sul pallone. L’arbitro, tra l’altro, in quel momento ha lasciato proseguire, come aveva fatto sabato scorso Orsato in Milan-Juventus nei tackle e nei contrasti di gioco permettendo a tutti noi di godere dello spettacolo. Perché, non bisogna dimenticare, gli arbitri sono al servizio del calcio, quindi devono cercare di migliorarsi e deve essere questo lo spirito con il quale si arbitra una partita di calcio. Per ritornare all’episodio dell’Olimpico, l’arbitro davanti al monitor, dopo essere stato richiamato dal varista, può prendere qualsiasi decisione. E per come la vedo io la decisione migliore sarebbe stata quella di dare una semplice ammonizione a Hjulmand. Vedete, quella degli arbitri è come una squadra e secondo me quando qualcosa va storto durante la settimana il designatore deve intervenire per cercare di porre rimedio e far capire agli arbitri che questa tipologia di falli non è cartellino rosso».


Qual è la sua opinione sul rigore concesso alla Roma?
«È un episodio che sinceramente a me ricorda molto da vicino quello che un anno fa ha visto protagonista lo stesso arbitro Prontera in Milan-Verona. Mi riferisco al contatto in area tra Romagnoli e Kalinic: anche in quella occasione il direttore di gara concesso il penalty e questi, per me, non sono calci di rigore».
Perché?
«Va fatta un’analisi molto semplice. Il velo per far passare il pallone deve essere fatto con il corpo e in quel caso ci sono sicuramente le condizioni per concedere il rigore. Ma non si può far velo mettendo un piede e allungando di conseguenza il compasso delle gambe. Perché, ragionandoci sopra, che colpa possiamo addebitare al difensore che sta camminando verso il pallone e all’improvviso gli arriva un piede davanti che viene posto lì in maniera anomala solo per cercare il calcio di rigore? E se l’anno scorso il designatore ha “etichettato” un episodio simile, il contatto Romagnoli-Kalinic, allora anche in questo caso dovrà convenire che quello dell’Olimpico non era calcio di rigore. Spetta al designatore catalogare queste casistiche e far comprendere le varie tipologie di rigori perché, se vengono concessi penalty come quello Askildsen-Abraham, allora andiamo tutti in confusione».
Qual è la sua opinione sulla scelta della società del Lecce di evitare le polemiche facendo però valere le proprie ragioni attraverso i canali istituzionali?
«È l’unica linea corretta da seguire.

Alzare la voce serve a poco, gli arbitri sono come i giocatori giovani. A volte noi pretendiamo tutto e subito ma non è così facile. E non è facile far crescere i giovani. Per formare un arbitro ci vogliono anni mentre per distruggerlo basta un episodio di una partita, quindi bastano veramente pochi secondi. E ritrovare la continuità e l’autostima può diventare difficile quando tutti intorno dicono che non sei capace. Anche per gli arbitri bisogna avere la stessa pazienza che si ha nei confronti dei giovani calciatori e non etichettarli “pipponi” al primo errore. Mi permetta di fare i complimenti alla società del Lecce per questa scelta perché credo sia la cosa migliore da fare per crescere tutti insieme. Il mondo del calcio ha bisogno di serenità e di equilibrio».


A proposito di serenità, pensa che Prontera - salentino di nascita e bolognese di sezione - possa essere condizionato quando è chiamato ad arbitrare il Lecce, la squadra della sua città?
«La mia idea è quella che dobbiamo abituarci a questo tipo di designazioni, in fin dei conti nei campionati esteri è la normalità. Dobbiamo crescere anche sotto questo aspetto e personalmente non credo che l’arbitro Prontera sia condizionato nell’arbitrare il Lecce».
A suo giudizio, come è iniziata la stagione per la classe arbitrale?
«Il bilancio positivo. Si sta ricostruendo un gruppo di lavoro basato molto sui giovani, c’è un cambio generazionale in atto voluto dal designatore Rocchi che ha deciso di spingere molto sulla crescita dei giovani arbitri. Una scelta condivisibile anche perché, di fatto, solitamente le prime giornate sono quelle più serene perché inizia il campionato e dare minutaggio agli arbitri più giovani è fondamentale per poter poi contare anche su di loro in gare più impegnative. Detto questo, sono stati fatti degli errori, anche gravi sotto certi aspetti, quindi questo deve far riflettere il designatore perché ad esempio l’episodio di Juventus-Salernitana, per ciò che riguarda la gestione del var, è stato sbagliato. E questo non deve succedere. A prescindere dall’errore del regista o dall’assenza delle immagini, la partita l’abbiamo vista tutti e sull’esecuzione del calcio d’angolo da parte di Cuadrado si vedeva chiaramente che Candreva teneva tutti in gioco. E questo non può essere cancellato. E se non è possibile fare la rilevazione della posizione di fuorigioco allora bisogna astenersi e lasciare la realtà del campo. La gestione di Banti non è stata premiata, quindi vuol dire che il designatore non ha apprezzato il lavoro del var considerato che in seguito a quella partita l’ha mandato due volte in serie B e poi è rientrato proprio sabato in Bologna-Sampdoria dopodiché ha replicato domenica sera all’Olimpico. Personalmente non condivido nemmeno questa gestione».
Nel frattempo, c’è stata l’esordio in serie A di un arbitro donna...
«Faccio un plauso a Rocchi per aver lanciato Maria Sole Ferrieri Caputi, giovane arbitro che sta dimostrando di avere le qualità per poter arbitrare anche in serie A. Ha dimostrato di avere capacità quanto gli uomini perché atleticamente è fortissima, sa leggere le situazioni di campo, ha uno spostamento intelligente sul terreno di gioco, sa relazionarsi con i calciatori ed ha dimostrato di avere personalità. Complimenti sinceri»

© RIPRODUZIONE RISERVATA