Moriero carica il Lecce: "Con la Juventus si può vincere. Io ci sono riuscito nel 1989, bisognerà giocare con il cuore"

Il gol di Moriero alla Juventus del 1989
Il gol di Moriero alla Juventus del 1989
di Antonio IMPERIALE
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Venerdì 28 Ottobre 2022, 05:00

Era di aprile, giorno nove, San Demetrio, ricorda il calendario. Era domenica. Si giocava solo la domenica, in quel tempo. Il campionato di calcio non era stato ancora ridotto a indigeribile spezzatino, sull’altare del dio televisivo. Si giocava Lecce-Juventus al Via del Mare. Risultato scontato alla vigilia, senza spazio per i salentini, un po’ come si vorrebbe far pensare per la gara in programma alle sei della sera di questo ultimo sabato di un ottobre che invita ancora al mare.

Dalle Maldive, dove vive felicemente i suoi giorni di grande maestro di calcio sulla cattedra della Nazionale, Checco Moriero, che era ancora vestito di giallorosso salentino prima di indossare le maglie di Cagliari, Inter, Roma, Napoli e quella azzurra della Nazionale, racconta col cuore gonfio di gioia quel suo gol strepitoso con il quale colpì la Signora che sarebbe stata poi affondata da Pasculli. «Incredibile, 2-0 per il Lecce. Io avevo sprecato nei primi minuti una grande occasione; nella ripresa, al 9’, Totò Nobile dalla sinistra pennellò un lungo cross, io mi levai in alto sul palo opposto, colpii di testa, palla fra le braccia di Tacconi ed io in paradiso con la mia squadra e con lo stadio che impazziva di gioia. Mi porto per sempre il calore appassionato della nostra Curva. Ed il ricordo continua ad inorgoglirmi. E pensare che non avrei dovuto giocare, ero militare, avevo fatto solo un allenamento, ma Mazzone mi volle mandare in campo».

Il Lecce di Baroni, anche lui tra i protagonisti dell’impresa del 1989, lo seguirà dalle Maldive. «Farò il tifo come se fossi al Via del Mare. A Lecce purtroppo ci sarò in dicembre, quando il campionato sarà fermo per il Mondiale. E sarà quella una sosta che lascerà il segno, che potrà cambiare la storia del campionato. Perciò sarà bene arrivarci in condizioni di classifica che non costringano a rincorse difficili. Il Lecce, dopo la Juventus, incontrerà Udinese e Atalanta. Una fine d’anno che richiede le condizioni migliori. Ed a me piace credere in questo Lecce di Baroni».
Ha fiducia nel tecnico fiorentino e spiega perché «Baroni è uno dei nostri, ha portato la nostra maglia sulla pelle, ha giocato stagioni importanti con il Lecce, se lo porta dentro, nell’animo, non vuole fallire.

Ci riuscirà». Non dovrà più essere il Lecce di Bologna. «A me piace pensare ad un episodio. In un campionato ci sta. La serie A poi è così, con mille insidie. Bisogna credere in se stessi e mettere sempre il cuore in campo. La storia che abbiamo vissuto insegna che si può vincere anche con la Juventus».

"No ai paragoni"

Uomo di fascia, Moriero, ma non si ritrova sugli esterni d’attacco del Lecce. «Strefezza è straordinario, conosciamo il valore di Di Francesco, Banda è partito facendo grandi cose, ma deve migliorare sotto rete. No, io però non mi riconosco in nessuno di loro. Ai miei tempi, quando mi affacciavo alla ribalta c’era chi voleva accostarmi a Domenghini, chi a Causio, pur con caratteristiche diverse. Ognuno è solo se stesso».
Quale Juventus sarà di scena a Lecce? «Ci sono annate particolari per tutti, anche per le grandi. La Juventus sta vivendo un periodo di grande difficoltà. Dopo l’ultimo colpo subito col Benfica che l’ha messa fuori gioco dalla Champions League verrà a Lecce con la rabbia in corpo e con la voglia di vincere ad ogni costo. Hjulmand & Co. hanno tenuto testa a big come il Napoli capolista e come la stessa Inter, anche se i nerazzurri vinsero a tempo scaduto. Domani dovrà combattere come ha saputo fare nei giorni migliori. Chi lotta per la salvezza conosce quanto sia duro ogni campionato e sa che il carattere deve far diventare vincenti soprattutto quando le situazioni si fanno difficili. Vincere con la Juventus è peraltro un motivo di orgoglio indicibile, come quello che mi porto dentro io da quel 1989».

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