Di Marzio: "Lecce, Baroni è una garanzia. Per la A lotta con Benevento, Monza e Parma"

Marco Baroni, allenatore del Lecce
Marco Baroni, allenatore del Lecce
di Antonio IMPERIALE
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Mercoledì 18 Agosto 2021, 05:00

«È un altro Ranieri, l’allenatore che ha vinto un campionato in Inghilterra alla guida di un piccolo club. Gli somiglia sia per il modo di intendere il calcio, sia sotto l’aspetto fisico, sia sotto l’aspetto umano, sincero, autentico, uno che dice le cose in faccia, ai dirigenti, nello spogliatoio, concreto, pratico, il risultato prima di tutto. Ha già fatto bene, ma avrebbe meritato maggiore fortuna, non ha saputo vendersi per quello che vale. Lecce può essere il suo trampolino di lancio definitivo. Io Marco Baroni lo conosco sino in fondo, da quando l’ho avuto con me nel Padova; l’ho seguito sempre con attenzione e con ammirazione». Dice queste cose con la grande schiettezza che gli appartiene Gianni Di Marzio.

Buona la prima

Gli è piaciuto molto il Lecce che ha debuttato con una netta vittoria, domenica, al Tardini di Parma. Non si perde una partita di serie B. «La vittoria del Lecce è importante perché aiuta subito a crederci, ad avere fiducia in se stessi, anche se la gara va presa con le molle, perché il Parma, che mi è sembrato molto allegro in difesa, al completo con tutti i suoi giocatori sarà certamente una delle grandi protagoniste. Ha un posto che conta nella griglia di partenza. Certo, Maresca deve calarsi nella realtà di questo campionato, deve essere magari meno british e più italiano. Ma a me è piaciuta tanto la disposizione tattica di Baroni, una squadra molto ben legata fra i reparti, che deve migliorare ancora sugli esterni, però già reattiva, capace di una reazione immediata, segno di carattere e personalità. Corvino ha già portato un giocatore importante come Strefezza, dei nuovi mi è piaciuto Tuia mentre Coda è sempre lui, il bomber che è una fortuna avere nel proprio attacco. E Corvino farà il Lecce ancora più forte. Il “ferroviere” non si ferma mai. Io lo chiamo così dai tempi del Casarano, quando viaggiava sempre in treno. Ha una conoscenza impressionante di tutti i mercati, legge il futuro delle giovani promesse, l’ultimo capolavoro è il fiorentino Vlahovic. Era talmente convinto del suo domani che lo portò a Firenze nel settore giovanile, occupando il posto da extracomunitario che poteva utilizzare per la prima squadra. A Lecce poi con una società come quella di Sticchi Damiani ha la fortuna di poter lavorare con serenità».

Lotta serrata per la promozione

Il campionato di B che parte venerdì prossimo, per Di Marzio «ha alzato molto il livello qualitativo tenendo conto che sia le retrocesse, che si son giocato il campionato nel finale come il Benevento, sia quelle che hanno mancato la A perché magari l’hanno buttata via come il Lecce vogliono tornare tutte in alto. Parma, Benevento, Lecce sono certamente formazioni molto accreditate. Il Benevento ha un presidente come Vigorito che è anche il presidente degli industriali campani. Se riesce a trattenere Lapadula, che è il perno più importante, sarà ancora più agguerrito. C’è anche il Crotone che però non ha un Coda nelle sue file, specialmente ora che sta cedendo Simy alla Salernitana e deve sostituirlo ancora con uno alla sua altezza. C’è ovviamente il Monza con la potenza di Berlusconi ed un grande dirigente come Galliani. Hanno sbagliato l’anno scorso con Balotelli e Boateng, hanno tenuto conto più dei nomi che della categoria.

Che i giocatori siano adatti al campionato è la cosa che conta di più come è importante che l’allenatore sia ingegnere ed architetto. Perché puoi prendere i migliori, fare bel gioco ma se non vinci niente giochi solo per la collezione delle figurine Panini. Il Lecce aveva una grande squadra già l’anno scorso. Corini è mancato nel finale, quando serviva il colpo vincente. Ci sono allenatori bravi ai quali però manca il colpo del ko». Una B con altre società in mani straniere, vedi il Parma, vedi la Spal di Tacopina. «Tacopina aveva già provato a portare in alto il Catania, dove Pulvirenti e Lomonaco avevano allestito un Centro Sportivo a livello della Juventus. Poi il giocattolo si è rotto. C’è un esempio per tutti, se si vuole fare calcio guardando al futuro, il Sassuolo». Nel suo Veneto, Di Marzio vede bene il Vicenza. «Renzo Rosso, il presidente, è il proprietario della Diesel, uno molto ricco, che si è tuffato nel calcio per vincere. Di Carlo è un ottimo allenatore». La sorpresa potrebbe essere la Reggina. «Ha un presidente ambizioso, Di Carmine è una garanzia. I colpi ad effetto sono gli arrivi dell’argentino e del francese, bisogna vedere se non sono già cotti. E poi c’è sempre il Brescia di Cellino, dove ti puoi aspettare di tutto e di più. Il Pisa è una buona squadra». Ed il Lecce domenica va sul campo della Cremonese. «Squadra magari non con grandissime ambizioni, ma che merita attenzione . Due grandi nella stanza dei bottoni, Corvino nel Lecce, Braida ex Milan nei lombardi. In Coppa Italia ha messo in difficoltà il Torino perdendo solo ai rigori. Pecchia ha già dato un’anima alla squadra. Lo “Zini” di Cremona è un campo civettuolo molto difficile già dal punto di vista logistico, che richiede un gioco molto veloce, una grande concentrazione. Il Lecce di Parma mi è sembrato pronto alla prima, autentica battaglia».

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