De Canio: "Lecce, niente più errori fatali. Adesso serve la massima attenzione"

Mister Luigi De Canio
Mister Luigi De Canio
di Antonio IMPERIALE
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Lunedì 29 Giugno 2020, 11:56
LECCE Da ieri il Lecce è ufficialmente a -1 da Genoa e Samp, e punta il mirino sull’Udinese (+3). Si parte per la grande rincorsa. E adesso non resta che vincere. Dieci giornate ancora per riconfermarsi in serie A, dopo le stagioni dei miracoli. Il Covid ha spinto in piena estate il tempo della verità. Saranno gli scontri diretti a segnare il destino. E all’ora più assurda, voluta da un calcio bizzarro, nel cuore della notte, mercoledì al Via del Mare ci sarà la Sampdoria di Ranieri. Sarà il primo degli scontri diretti dai quali passa la salvezza. «Ci servono altri quindici punti», ha ribadito ancora il presidente Saverio Sticchi Damiani.
Il grande ex, Gigi De Canio, mette in guardia il Lecce. «La Sampdoria è squadra di tutto rispetto, ha giocatori di qualità, un allenatore molto esperto. Ora si trova per caso immischiata nella zona salvezza ma è squadra di ben altra dimensione sul piano qualitativo rispetto al Lecce, con tutto il rispetto che merita la formazione giallorossa. La si deve affrontare come se ci fosse ancora davanti il Milan, o la Juventus. Evitando le distrazioni che sono state fatali, in particolare in modo clamoroso con la Juve come l’episodio che ha lasciato la squadra in dieci, come il passaggio all’avversario che è costato il gol che ha segnato la partita. Ecco, dopo le prime giornate post lockdown è ora di riprendere al massimo la capacità di concentrazione, di pragmatismo. Ho visto un Lecce inizialmente piacevole, poi morbido, disattento. Non ci si deve guardare allo specchio, bisogna giocare bene e con qualità, accompagnata da ferocia agonistica e attenzione».
Di salvezze Gigi De Canio se ne intende. Dopo aver portato n A il Lecce da primo assoluto aggiudicandosi il trofeo delle Ali Della Vittoria, assicurò la permanenza della squadra nella massima categoria l’anno successivo, con una giornata d’anticipo. «Furono preziosi - ricorda - il successo interno con il Napoli e quello esterno con la Sampdoria». Alla fine 41 punti, cinque in più davanti alla Sampdoria che precedeva Brescia e Bari. «Vivemmo un momento molto difficile dopo la sconfitta per 4-2 con il Genoa che ci scaraventò in solitudine al terz’ultimo posto, poi seguì quella con il Chievo - ricorda ancora De Canio -. Qualche dirigente intonava già il “de profundis”. Ricordai e ricordo sempre a tutti, che ci si deve comunque misurare con le aspettative reali. Ce la facemmo, grazie al carattere, al temperamento dei miei uomini, importanza atletica per la difesa, ripartenze veloci». Il Lecce che adesso parte per rincorrere verso il traguardo della salvezza, deve ritrovare se stesso. E magari chiudere un po’ la porta, tornare a scardinare quella altrui. «Ma non deve farsi condizionare dal punto in meno rispetto al Genoa. Questo è un campionato speciale - dice De Canio - che richiede una gestione speciale per una situazione insolita con la quale ci si confronta per la prima volta. I tanti infortuni non aiutano. Le possibili cause? Mancano gli elementi di conoscenza e soprattutto non è corretto provare a parlarne da lontano. A Lecce poi sono bravi ad affrontare il problema. Sono determinanti gli equilibri, non bisogna farsi prendere dalla paura, né dalla frenesia bisogna essere molto pratici, gestire la partita sapendo che quando non ce la fai a vincere anche un punto può essere utile. Bisogna avere certezze e convinzione, guardandosi dentro e ricordandosi di essere il Lecce».
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