Cetin: "Lecce, dimostrerò il mio valore. E sogno di riconquistare la la mia Nazionale"

Il turco Mert Cetin con il ds Stefano Trinchera
Il turco Mert Cetin con il ds Stefano Trinchera
di Tonio DE GIORGI
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Sabato 10 Settembre 2022, 05:00

Fu il leccese Gianluca Petrachi, nel 2019, all’epoca direttore sportivo della Roma, a portarlo in Italia. Nella Capitale il centrale difensivo turco Mert Cetin è riuscito a giocare qualche partita nella squadra allenata al tempo da Paulo Fonseca, a volte pure come terzino destro. Dopo l’avventura con la Roma, non molto felice, il trasferimento all’Hellas Verona prima del passaggio, nello scorso gennaio, ai turchi del Kayserispor. Quindi, il rientro all’Hellas fino al trasferimento delle settimane scorse al Lecce “a titolo temporaneo con diritto di riscatto”. «Cetin è un centrale dotato di una buona struttura fisica, molto bravo sull’uomo - ha detto ieri nel presentarlo alla stampa il direttore sportivo Stefano Trinchera -. Parliamo di un giocatore che ha nella marcatura la sua qualità migliore, è aggressivo. A Lecce lo abbiamo visto all’opera nella partita di esordio contro l’Inter. Pochi giorni prima aveva subito una distorsione alla caviglia ma ha stretto i denti ed è sceso comunque in campo. Purtroppo sulla caviglia dolente ha subito un colpo ed è dovuto uscire dopo pochi minuti. Adesso siamo contenti di averlo di nuovo perché può esprimere tutto il suo entusiasmo».
Da qualche giorno Cetin si sta allenando regolarmente agli ordini di Baroni ma non può ancora rientrare nelle prime scelte del tecnico giallorosso. «Ci tengo a fare molto bene, spero che presto vedrete il vero Cetin - ha detto il centrale turco, 25 anni -. Sto cercando in tutti i modi di recuperare la condizione migliore, in quest’ultimo periodo mi sono concentrato molto sulla mia salute. Non so darvi una data certa, ma sto lavorando per farvi vedere il vero Cetin». Quella di Lecce, sia pure partita con un infortunio, spera possa essere l’anno della svolta. A Verona, nella passata stagione, solo 2 presenze per neanche un’ora di gioco. Poi a gennaio il trasferimento in patria al Kayserispor dove ha messo insieme 10 presenze e 1 rete, più altre 3 presenze nella Coppa di Turchia. «Nel calcio il tempo è prezioso, la trattativa è stata rapida. Ho iniziato questa stagione ancora con il Verona - racconta - poi si è presentata l’opportunità di passare al Lecce e quando ho sentito Trinchera abbiamo trovato subito l’accordo». Cinque giornate di campionato sono state già archiviate e Cetin ne ha giocata solo una, la prima, per giunta solo nei primi venti minuti iniziali. Le altre le ha guardate da spettatore notando magari dove la squadra ha bisogno di progredire in fretta. «Le cose da migliorare sicuramente ci sono però spetta a Baroni analizzarle e indicarci la via giusta. Io, tuttavia, non so dirvi con certezza quali sono». Prima di incontrare Baroni, Cetin ha lavorato in Italia con Paulo Fonseca alla Roma, Juric all’Hellas Verona e con Di Francesco, sempre nella squadra scaligera, dove ha conosciuto pure Tudor. Adesso Baroni che, da ex stopper, gli darà preziosi consigli. «Ho parlato con lui - racconta -, mi sto adattando al nuovo modulo, inoltre mi dà molti suggerimenti sulla posizione da tenere in campo». Nella sua nuova squadra ha trovato tanti giovani ma tiene per sè il nome di colui che lo ha impressionato di più. «Siamo tanti e non manca la qualità - si limita a dire -, insieme riusciremo a fare tanto e a migliorarci gli uni con gli altri». Nel suo ruolo ammira tanto Sergio Ramos «ma non mi ispiro a lui - precisa -. Penso sia unico. Voglio prendere qualcosa da più calciatori e diventare io stesso un grande difensore. Il campionato italiano ti permette di maturare tanto perché ci sono tanti bravi attaccanti da marcare».
Lecce e la Serie A possono metterlo di nuovo sulla via della Nazionale turca da cui manca dal 2020 (seconda e ultima presenza con la Croazia, nel 2020, ndc). «É molto importante per me - conclude -, sono venuto a Lecce per giocare e riguadagnare la mia Nazionale.

Non so descrivere l’emozione che provo ogni volta che gioco con quella maglia».

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