Dall'Inter alla Roma, il dossier: gli errori arbitrali che hanno penalizzato il Lecce

Mister Marco Baroni
Mister Marco Baroni
di Lino DE LORENZIS
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Martedì 11 Ottobre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22:33

È una situazione che comincia a dare fastidio. E che forse si ripete sol perché il Lecce non ha l’abitudine di alzare la voce, come succede invece in tante altre “piazze” della serie A e più in generale del calcio italiano. A tal proposito, ieri sera il presidente Saverio Sticchi Damiani ha sentito la necessità di “parlare” alla tifoseria attraverso i social: “... Ho il dovere di dire che la società è presente, che non trascura nulla, anche se non si esprime attraverso sfoghi mediatici urlati, volgari e controproducenti. Un modo di comunicare che è utile solo a scatenare reazioni opposte, oltre che a concedere pericolosi alibi alla squadra che anche ieri ha dato tutto... Continueremo a vigilare ogni giorno su ogni dettaglio che riguarda la nostra società. La serie A appartiene a tutti noi, ce la siamo guadagnata sul campo, è il palcoscenico giusto per una delle tifoserie più importanti d’Italia e rende ancora più bella la nostra terra. Faremo di tutto, fino alla fine, prima di farcela sottrarre, da chiunque”.
Il problema però è sotto gli occhi di tutti: la squadra di Baroni, sin dalla prima giornata di campionato, sta pagando sulla propria pelle alcune decisioni arbitrali molto discutibili. Nei primi nove turni ben tre volte i giallorossi hanno subito le conseguenze di alcune scelte errate operate dalla “squadra” arbitrale. Una volta a sbagliare è l’arbitro, altre due volte l’arbitro e pure il var.

Gli ultimi episodi in Roma-Lecce

Il limite sicuramente è stato superato domenica sera allo stadio Olimpico di Roma, in occasione della sfida contro la corazzata allenata da Josè Mourinho. Una gara già di per sè molto difficile alla luce del divario tecnico tra le due compagini e resa ancora più difficile per il Lecce dall’arbitro Prontera della sezione di Bologna, protagonista di un paio di decisioni che stanno facendo discutere l’Italia pallonara. La quasi totalità degli addetti ai lavori ha criticato Prontera e il var Banti soprattutto per l’episodio-chiave del match, ovvero l’espulsione del capitano del Lecce, Morten Hjulmand, avvenuta al 22’ del primo tempo. La squadra di Baroni è stata costretta a farlo con un uomo in meno e, per giunta, in svantaggio di un gol fino alla rete del momentaneo pareggio siglata da Strefezza. Tutti i moviolisti televisivi, nessuno escluso, hanno bocciato la decisione di var e arbitro, e così hanno fatto anche gli opinionisti, da Marchisio a Boniek.

Vale la pena ricordare che lo stesso arbitro Prontera, nella gara d’esordio contro l’Inter, giocata ad agosto al Via del Mare, aveva mandato su tutte le furie i giallorossi per aver allungato il recupero, circostanza sfruttata dai nerazzurri per realizzare la rete della vittoria. Nè va trascurato un dettaglio che in realtà potrebbe non essere tale, vale a dire le origini salentine al 100% di Prontera: è così impensabile che questo lo condizioni quando è chiamato a prendere una decisione in qualche misura dubbia? È peregrina l’ipotesi che nelle scelte border line le sue origini lo portino a evitare il rischio di essere tacciato come filo-leccese? E l’Aia non dovrebbe forse evitare di metterlo in una posizione comunque scomoda, fatta salva ovviamente l’assoluta buona fede del ragazzo nativo di Tricase?

Che dire poi del figlio d’arte Pairetto della sezione di Nichelino, protagonista in negativo del match casalingo contro il Monza. Due calci di rigore solari negati al Lecce e uno al Monza e con il var Di Martino a fare da spettatore non pagante.
Resta l’amarezza nel constatare che queste situazioni si ripetono nonostante il var (o a causa sua). Una beffa atroce, soprattutto per le provinciali.

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