Calabresi carica il Lecce: "Non bisogna mollare la presa. Mio padre Paolo è contento per la rivincita che mi sto prendendo"

Arturo Calabresi, difensore del Lecce
Arturo Calabresi, difensore del Lecce
di Tonio DE GIORGI
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Martedì 1 Marzo 2022, 05:00

È stato ad un passo dalla cessione, ora è diventato quasi insostituibile. Arturo Calabresi, difensore romano, 25 anni, sta vivendo un momento magico con il Lecce. Quando la Nord, mercoledì scorso, ha intonato il coro “vogliamo che gente che lotta”, il pensiero è volato subito all’ex azzurrino che con tanta caparbietà è riuscito a conquistare la fiducia di mister Baroni, prodigo di elogi nei suoi confronti. «Arturo è stato il miglior acquisto di luglio», aveva detto alla vigilia del match di Monza. Poi, al termine, l’allenatore del Lecce ha completato il discorso: «Il ragazzo è sempre stato un riferimento importante fuori dal campo e ora anche in campo. Ci vuole questo piglio e chi ci guarda deve avere la percezione che in campo ci sono giocatori che danno tutto e vanno a tutto gas, questa è la cosa più importante».

"Grazie, mister"

Calabresi incassa i complimenti e guarda avanti. «Per me è emozionante sentire queste parole - ha detto in sala stampa, il giorno dopo la vittoria di Monza -. Lo ringrazio per questo e mi riempie di orgoglio. Non mi sento un leader, ma voglio essere esempio di positività per i miei compagni e per tutti coloro che circondano il gruppo squadra». Il difensore romano ribadisce che «rendermi utile in più ruoli mi agevola anche se mi alleno da tre anni come terzino destro e quando vengo impiegato come centrale per me è più dispendioso, ma questo non significa che possa farlo meno bene. Da terzino mi sento più sicuro e aggressivo. Ho sempre fatto del lavoro quotidiano la mia forza e quindi, al di là della partita, ho sempre cercato di trasmettere qualcosa ai miei compagni e a me stesso, a prescindere dal minutaggio. Però si lavora sempre per potersi migliorare». Calabresi torna sulla vittoria di domenica a Monza che ha riportato il Lecce al primo posto. «La classifica? Certo che la guardiamo - ammette -, lavoriamo per questo, viviamo per giocare sotto pressione. Io la guardo e adesso il nostro obbiettivo è non mollare l’osso che abbiamo in bocca. A Monza credo sia stata una delle prestazioni migliori da parte di tutti ma soprattutto da un punto di vista caratteriale e di costanza nella gara, di lettura della partita e dei momenti».
Si guarda subito alla partita contro l’Ascoli, di domani, che non vedrà protagonista uno dei pilastri della difesa leccese: Fabio Lucioni, fermato dal giudice sportivo.

Probabile, pertanto, che Calabresi possa giocare al centro della difesa dove è stato impiegato spesso ultimamente. «Questo non lo so - continua -, sono decisioni che spettano all’allenatore, io sono contento, ribadisco, di potermi rendere utile in più ruoli, poi la scelta spetta a lui». 

"Papà Paolo orgolioso di me"

Poi un pensiero rivolto al padre, l’attore Paolo Calabresi. «Il gol segnato alla Roma è stata un’emozione grandissima. Allo stadio c’era mio papà, mamma, i miei fratelli, i miei amici. Mi hanno detto che papà è rimasto in silenzio novanta minuti, magari avrà vissuto dentro tante emozioni, però è contento per me e per quella rivincita che mi sto prendendo. Per me è la cosa più bella poter sentire l’orgoglio di un proprio genitore».

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