Lecce, tutto pronto per l'inizio della campagna abbonamenti. Ma spunta qualche mugugno: la parola ai tifosi

Non solo consensi per la nuova campagna abbonamenti del Lecce. Tra i tifosi giallorossi, all’apparenza in minoranza, si registra pure qualche mugugno legato più che altro al costo della tessera d’ingresso al Via del Mare. Tutto questo a un mese esatto dalla decima promozione del Lecce in serie A.

«Da vecchio abbonato spenderò 85 euro in più in tribuna Est rispetto all’abbonamento sottoscritto tre anni fa - dice l’avvocato Valletta -, ma i prezzi sono giusti perché nella media sono più bassi rispetto alle altre piazze della massima serie. Non si possono continuare a pretendere prezzi stracciati. Per quanto riguarda i possessori della Program - conclude - un piccolo sconto sarebbe ben accetto perché non inciderebbe molto sull’incasso totale, ma avrebbe comunque un valore simbolico». Anche Gianluca Martina di Leverano è d’accordo con il nuovo tariffario degli abbonamenti per la stagione 2022-23: «Sono abbonato dal 1996. Se fanno il rapporto con i prezzi di 3 anni fa è normale che quelli attuali possano sembrare cari, ma in realtà erano troppo bassi allora. Adesso siamo in serie A e i prezzi sono in linea. Possiedo la Us Lecce Program ed è un piacere aiutare nel mio piccolo la società. Sottoscriverò l’abbonamento in questi giorni come sempre per la Curva Nord Superiore, mentre la mia compagna lo farà per il settore Distinti».

Non mancano però le lamentele di altri vecchi abbonati, che non condividono la politica dei servizi adottata dalla società di via Colonnello Costadura. «Io e mia moglie assistiamo da anni alle partite del Lecce fianco a fianco, ma dalla prossima stagione non potremo farlo più - afferma Alfredo Persano -. Sono abbonato da 42 anni e ho la Program, ma mia moglie no. Con la nuova formula dalla prossima stagione ho diritto solo alla prelazione del settore e non del posto. Inoltre i prezzi sono maggiorati rispetto al passato, ma su certi disservizi non transigo. Secondo me i 2100 vecchi abbonati del 2019 e 2020 dovrebbero rientrare tutti nel Crescent - sottolinea - ma la società ha fatto altre scelte». «Se vorrò ancora abbonarmi sarò costretta ad assistere alle partite lontana da mio marito perché con la nuova politica della società non potrò scegliere la postazione - prosegue la moglie di Persano, Maria Grazia Casaro -. Sono abbonata da 8 anni e propongo alla proprietà di variare questa formula penalizzante». Di tutt’altro parere si è dimostrato Lucio Tramacere di Porto Cesareo, che ha spronato la tifoseria ad un cambio di mentalità sulla falsa riga del modello inglese. «Oltre al costo dell’abbonamento - dice - tutti i tifosi dovrebbero dare il proprio contributo per far respirare le casse della società per rendersi parte attiva della squadra come accade in Inghilterra. In questi anni la proprietà ha fatto enormi sacrifici regalandoci grandi soddisfazioni - conclude - e i prezzi degli abbonamenti sono più che congrui. Non dobbiamo dimenticarci che siamo in serie A». Nei bar e nelle piazze della città i giudizi sulla nuova campagna abbonamenti sono contrastanti, ma anche Antonio Pantaleo ha riconosciuto l’ottimo lavoro svolto dalla società giallorossa accodandosi al pensiero di altri tifosi. «Sono d’accordo con la politica societaria che in questi anni a causa della pandemia ha lavorato senza proventi ottenendo risultati molto importanti - spiega -. Sto sottoscrivendo l’abbonamento con il cuore e i prezzi sono giustissimi. Chi ama veramente la maglia non dovrebbe montare alcun tipo di polemica. Bisogna sostenere la società per cercare di mantenere la serie A per tanti anni e consolidarci. E per far questo serve la comprensione di tutta la tifoseria».
Detto questo, è giusto ricordare che la serie A ha dei costi elevati a tutte le latitudini e che nel tempo, il Lecce Calcio, ha sempre dimostrato di saper ascoltare la voce dei propri sostenitori. E sarà certamente così anche in questa occasione.