Corvino: "Lecce, vinco la sfida se vado in serie A. E la squadra deve fare di tutto per arrivarci"

Pantaleo Corvino
Pantaleo Corvino
di Tonio DE GIORGI
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Mercoledì 23 Marzo 2022, 05:00

«Io la guerra la vinco se vado in Serie A. La squadra deve fare di tutto per arrivarci». Parole dolci per le orecchie del popolo giallorosso pronunciate da Pantaleo Corvino in diretta tv. Lunedì sera, il direttore dell’area tecnica del Lecce, è intervenuto telefonicamente nel corso della trasmissione sportiva “Piazza Giallorossa”, in onda su Tele Rama. «Noi vogliamo vincere quando è il momento di vincere - ha sottolineato il dirigente di Vernole -. Anche se non facciamo proclami non significa che non ci impegniamo al massimo per arrivare ad un traguardo». Corvino si è soffermato sull’ultimo periodo vissuto dalla squadra che ha collezionato quattro pareggi di fila. «Certo, abbiamo lasciato qualcosa che potevamo prendere. Ma respingo le accuse di scarso impegno della squadra. Vivendo con i ragazzi dalla mattina alla sera posso assicurare che non è così». Corvino ha ammesso comunque «un periodo di flessione. Un calo psico-fisico - ha aggiunto - è fisiologico e succede a qualsiasi squadra. Si è giocato ogni tre giorni e non bisogna dimenticare i viaggi fatti per le trasferte. Eppure questa squadra, fino all’ultimo, cerca di arrivare al risultato, non molla mai».

I numeri dei giallorossi

Corvino, come da abitudine, ha snocciolato alcuni dati statistici «Abbiamo colpito sedici pali – sostiene -, siamo quelli che tiriamo di più in porta. Torno a dire: in questo periodo una flessione è giustificata». Corvino non poteva non affrontare il tema del mercato di gennaio, secondo i più critici al di sotto delle aspettative. «È un argomento che torna d’attualità ogni volta che la squadra ha delle pause - la secca replica del direttore -. Durante la nostra stagione la squadra non ha mai avuto dei periodi no, ma solo delle pause. E torno a dire: finora i nostri tifosi hanno visto perdere il Lecce solo tre volte. E non ricordo un’altra squadra del Lecce che, arrivata ad aprile, avesse perso solo tre volte. Anche l’anno scorso, in una situazione analoga, è stato tirato fuori il discorso del mercato. Eppure a gennaio erano arrivati Hjulmand oltre a Maggio e Pisacane che, insieme in serie A, hanno giocato più di 400 partite. Oltre a Nikolov e Yalcin che giocano con squadre blasonate e disputano partite di Champions ed Europa League. E viene fatto passare come mercato sbagliato. Il mercato invernale è sempre più difficile di quello estivo. Non doveva essere un mercato di riparazione bensì di miglioramento. Almeno questo ce lo dovete riconoscere. I giocatori presi hanno trascorsi importanti. Andate a vedere cosa hanno fatto le altre squadre: noi l’attaccante importante, Coda, ce l’avevamo. Gli altri se lo hanno preso a gennaio significa che non ce l’avevano. Il Parma ha preso Simy e Pandev: entrambi hanno iniziato dalla panchina contro di noi. La Cremonese ha preso Gondo dalla Salernitana e gioca Ciofani. Il Monza ha preso Mancuso per 3 milioni di euro: gioca e non gioca. Il Benevento ha pagato un milione di euro Forte e Farias e quest’ultimo non gioca. Forte è impiegato perché manca il titolare. Il Pisa ha preso Torregrossa e Puscas e si è impegnato per dieci milioni di euro più ingaggi.

Eppure sono lì a giocarsela con noi mentre sembra che noi abbiamo fatto poco o niente. Non credo che non abbiamo migliorato la rosa. Siamo andati a prendere Plizzari, portiere dell’Under 21. Magari contro il Brescia ha sbagliato, anche per colpa del vento, ma nella stessa partita ha salvato il risultato. E non credo abbia demeritato a Cosenza e Parma. Faragò ha giocato quattro partite. Simic e Asencio sono stati bloccati dal Covid per un mese. Ragusa è stato preso al posto di Felici e nonostante avessimo quattro esterni titolari. Aspettiamo a dire se sono state valutazioni sbagliate»

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