Troppa Inter ma il Lecce esce a testa alta

Troppa Inter ma il Lecce esce a testa alta
di Lino DE LORENZIS
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Martedì 27 Agosto 2019, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 09:55
MILANO - Ci fosse la regola che i gol realizzati con tiri da fuori area non sono validi il Lecce sarebbe uscito imbattuto dallo stadio Meazza. E invece nel calcio si può segnare da qualunque posizione del campo, di conseguenza la squadra giallorossa è stata costretta ad uscire dal campo con quattro gol sul groppone che rendono amarissimo il ritorno in serie A dopo sette anni di assenza. Va detto subito che perdere contro l'Inter ci può stare, soprattutto contro questa corazzata che Antonio Conte ha costruito a piccole dosi a sua immagine e somiglianza. La squadra nerazzurra è destinata ad essere protagonista di questo campionato di serie A e ieri sera lo hanno inteso tutte le rivali nello lotta per lo scudetto, Juventus in testa.
La sconfitta del Lecce sarebbe passata quindi inosservata se a determinarla però non fossero stati i quattro gol subiti, tutti nella stessa maniera, con tiri da fuori area. Una mossa studiata a tavolino da Conte e dal suo staff se è vero che sin dall'avvio del match Brozovic e compagni hanno cercato con insistenza il tiro dalla distanza.
La difesa leccese ha retto finché ha potuto, poi è stata costretta a chinarsi dinanzi al bellissimo gesto tecnico di Brozovic che ha sbloccato un match - in verità - fino a quel momento tutto sommato equilibrato. Ma di questo parleremo in seguito. Urge sottolineare la facilità con cui l'Inter è arrivata spesso al tiro dai sedici metri, senza alcuna opposizione o comunque non sufficiente per evitare le segnature successive dei vari Sensi, Lukaku che ha beneficiato di una papera di Gabriel sul tiro da fuori di Lautaro Martinez, e infine Candreva che ha servito il poker a coronamento di una serata da ricordare a lungo anche per l'ottima prestazione.
Il Lecce sapeva già prima di affrontare l'Inter che sarebbe stata una stagione difficile, ieri sera ne ha avuto soltanto la conferma.
In serie A è fondamentale sbagliare pochissimo e soprattutto cercare di sfruttare quelle poche occasioni da rete che capitano nell'arco del match. Ed ecco l'altra faccia della medaglia. È da apprezzare la scelta di Liverani di non snaturare l'identità di squadra costruita nel tempo, dalla serie C e fino ai giorni che hanno preceduto il debutto milanese, presentandosi al cospetto dell'Inter con due punte di ruolo, Lapadula e La Mantia, più il trequartista Falco. Proprio quest'ultimo ha dispensato giocate che sicuramente non saranno sfuggite all'attenzione del commissario tecnico azzurro Roberto Mancini. Dalla cintola in su il Lecce non è dispiaciuto anche se, troppo spesso, i giallorossi hanno tergiversato troppo prima di cercare la via della rete.
È mancato il tocco risolutivo, quello che i ragazzi di Liverani dovranno necessariamente trovare al più presto per potersi giocare fino in fondo le carte nella corsa per la salvezza. Sicuramente, gli ingressi in campo dei vari Shakhov, Benzar e dello stesso Mancosu daranno alla squadra maggiore competitività a anche tanta esperienza in più alla luce soprattutto dei trascorsi dell'ucraino e del rumeno.
Da apprezzare infine il comportamento del pubblico di fede giallorossa, circa duemilacinquecento anime che hanno incitato Lucioni e compagni dall'inizio alla fine della partita quando hanno cantato siamo sempre con voi, non vi lasceremo mai. Un'iniezione di fiducia al termine di una serata che sicuramente servirà nel prosieguo della stagione. A cominciare da domenica sera quando, al Via del Mare, sarà di scena l'Hellas Verona per il primo scontro diretto della stagione.
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