Superlega, cede anche Agnelli: «Non si può andare avanti». La Juve crolla in Borsa. Si sfila il Milan, il Liverpool chiede scusa

Superlega, cede anche Agnelli: «Non si può andare avanti». La Juve crolla in Borsa, ecco la situazione delle italiane
Superlega, cede anche Agnelli: «Non si può andare avanti». La Juve crolla in Borsa, ecco la situazione delle italiane
di Salvatore Riggio
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Mercoledì 21 Aprile 2021, 18:52 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 05:18

Con il naufragio della Superlega, con i sei club inglesi a dare inizio alla rivolta nella tarda serata di ieri, adesso cosa sarà delle tre rivoltose italiane? Perché adesso Juventus, Inter e Milan – che devono prendere atto della protesta del governo, dello sport ma soprattutto dei tifosi – dovranno affrontare il day after e forse già le conseguenze della loro presa di posizione. Inutile dire che c’è una società che ricopre la posizione di maggior imbarazzo: la Juventus. Con Andrea Agnelli grande alleato di Florentino Perez, presidente del Real Madrid, nel muro contro muro con Fifa Uefa e governi europei.

Nelle sue ultime dichiarazioni il numero uno bianconero ha spiegato di voler andare avanti nel progetto, per dare dietrofront proprio questa mattina. Forse convinto anche dal tonfo in Borsa del titolo Juventus (-12,44%), dopo i rialzi dei giorni scorsi. Aggiungendo anche le voci di sue dimissioni, poi smentite da Torino (ma c’è chi giura che Agnelli ci stesse pensando davvero).

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Da parte sua, il Milan è quello che è stato invitato solo per il suo passato glorioso (pesano, e tanto, le sette Champions vinte dal 1963 al 2007) e l’enorme bacino di tifosi in Italia e nel mondo. Da via Aldo Rossi potrebbero comunicare l’addio al progetto. Cosa che, invece, ha già fatto intorno all’una di notte l’Inter. All’Ansa sono state dettate poche righe: «Il progetto della Superlega allo stato attuale non è più ritenuto di interesse». -Poi la nota ufficiale: «Pur rimanendo convinta della fondatezza dei presupposti sportivi, commerciali e legali», la Juventus ritiene che il progetto Superlega «presenti allo stato attuale ridotte possibilità di essere portato a compimento nella forma in cui è stato inizialmente concepito», precisa il club. «La Juventus rimane impegnata - aggiunge la nota - nella ricerca di costruzione di valore a lungo termine per la Società e per l'intero movimento calcistico».

 

Una sola frase per un passo che potrebbe essere un problema per Suning, alle prese con una crisi di liquidità pesante. Il ritardo nel versare gli stipendi e il dossier della Uefa sui conti del club sono una spina nel fianco. Ma da viale Liberazione adesso la prima preoccupazione è quella di ritrovare armonia in Lega serie A. Visto che nell’ultima assemblea l’ad e il dg Beppe Marotta è stato invitato a dimettersi dalla poltrona di consigliere federale.

Milan

«La voce e le preoccupazioni dei tifosi in tutto il mondo rispetto al progetto di Super League sono state forti e chiare, e il nostro Club deve rimanere sensibile e attento all'opinione di chi ama questo meraviglioso sport»: lo scrive il Milan in un comunicato in cui fa un passo indietro nella sua partecipazione alla Superlega.

Il Milan spiega di aver «accettato l'invito con genuina intenzione» per creare migliore competizione possibile e «tutelare gli interessi del club». «Il cambiamento non è facile - si legge nella nota - ma l'evoluzione è necessaria per progredire».

Scuse del Liverpool

«Voglio scusarmi con tutti i tifosi e i sostenitori del Liverpool Football Club per i disagi causati nelle ultime 24 ore». Anche il patron americano dei Reds, John W. Henry, si copre il capo di cenere per la fallimentare operazione Superlega. In un messaggio video, Henry ammette che l'iniziativa non era destinata ad avere «il sostegno dei tifosi». «In queste 48 ore vi abbiamo ascoltati, vi ho ascoltati», prosegue, estendendo le scuse all'allenatore Jurgen Klopp (pubblicamente contrario alla Superlega), a Billy Hogan, ai calciatori della squadra. Ma soprattutto ai tifosi che - ammette - sono stati «quelli trattati più ingiustamente». 

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Boris Johnson

Il premier Tory britannico Boris Johnson rivendica di fronte alla Camera dei Comuni di aver sostenuto la battaglia contro la Superlega per proteggere «i tifosi del nostro sport più amato», non senza polemizzare contro il leader dell'opposizione laburista, Keir Starmer, accusato di essere rimasto «a bordo campo» seppur contrario al progetto. Nel tradizionale Question Time del mercoledì, Johnson rinnova inoltre il suo apprezzamento per la decisione dei 6 club inglesi inizialmente coinvolti di abbandonare questa iniziativa (sotto la pressione dei fan, del governo e di vari addetti ai lavori) condannandola in sostanza al fallimento.

Atletico Madrid

Anche l'Atletico Madrid si sfila dalla Superlega. Lo annuncia lo stesso club spagnolo in un comunicato nel quale annuncia di ritirarsi dal progetto. «L'Atlético Madrid aveva deciso lunedì scorso di aderire a questo progetto in risposta a circostanze che oggi non esistono più», spiega la nota. «La rosa della prima squadra e l'allenatore hanno mostrato la propria soddisfazione», aggiunge il comunicato. Si tratta del primo dei tre club spagnoli che avevano aderito al progetto a comunicare la rinuncia allo stesso. 

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