Il positivo inizio di stagione giallorossi, da neopromossi e con una rosa profondamente rinnovata rispetto allo scorso anno, ha molti volti da proporre in copertina. A sorprendere è stata certamente una difesa che, cambiata in tre elementi su quattro, ha trovato in Baschirotto uno dei centrali attualmente più in forma dell’intera massima serie. In attacco, Stefezza si è dimostrato giocatore di categoria, così come Banda si è rivelato un’autentica sorpresa. A centrocampo poi, aspettando l’ulteriore crescita di Bistrović, i pugliesi hanno messo in mostra le qualità del giovanissimo spagnolo González (classe 2002).
Il danese ha una marcia in più
Detto ciò, pur non togliendo niente ai giocatori menzionati (e al resto del gruppo) non è possibile non sottolineare come i salentini siano ripartiti dalla certezza Hjulmand. Arrivato in Salento nel gennaio del 2021, il calciatore danese si è subito imposto come uno dei mediani più forti della cadetteria. In questa stagione, il 23enne di Kastrup ha dimostrato di non aver patito l’impatto con la nuova categoria, confermandosi elemento cardine dell’undici di Marco Baroni. Ad oggi, l’ex Admira Wacker (club del campionato austriaco dal quale Pantaleo Corvino lo ha prelevato) risulta essere il secondo calciatore nei cinque più importanti campionati europei (Premier League, Liga, Serie A, Bundesliga e Ligue 1) per azioni difensive con una media di 6 a partita (dietro al solo Alidu Seidu dei francesi del Clermont con 6.7).
Questo dato evidenzia il peso difensivo che Hjulmand ha nel sistema di Baroni. Infatti, con un Lecce quest’anno più attendista (ultimo per possesso palla con il 39.2%) e pronto ad attaccare in contropiede, sfruttando la velocità dei suoi avanti, il danese è incaricato di svolgere funzioni da frangiflutti davanti alla linea arretrata giallorossa.
Del buon momento dei centrali salentini abbiamo detto in apertura. Ebbene, ad aiutare la linea difensiva in fase di non possesso è proprio il lavoro di protezione fatto dal numero 42 danese.
Non è raro inoltre vederlo inserirsi fra i difensori per assorbire i centrocampisti avversari o per aiutare una linea spezzata per il movimento in avanti di uno dei quattro elementi più arretrati.
L'importanza di Morten
La capacità del danese di associarsi con i compagni in possesso, nonché la sua abilità nel servirli in verticale, sono essenziali per una squadra che gioca con tre centrocampisti ravvicinati in mezzo al campo (Hjulmand e due mezzali) e che cerca di attaccare il prima possibile la profondità. Il lavoro che il regista del Lecce è in grado di espletare in entrambe le fasi di gioco consente dunque alla sua squadra di potersi abbassare efficacemente nella propria metà campo, così come di alzare il baricentro quando sarà chiamata fare la partita.
Se Hjulmand confermerà nel resto della stagione quanto di buono fatto finora, è facilmente prevedibile come a giugno prossimo saranno molte le squadre, di campionati importanti, a bussare alla porta della società di via Costadura per chiedere informazioni.
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