Strefezza indica la strada: "Lecce, dobbiamo migliorare sotto porta"

Gabriel Strefezza
Gabriel Strefezza
di Tonio DE GIORGI
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Giovedì 16 Settembre 2021, 05:00

Uno dei volti nuovi del Lecce di Baroni è quello di Gabriel Strefezza, 24 anni, brasiliano, da sei anni in Italia. Nell’ultima campagna trasferimenti Corvino lo ha acquistato a titolo definitivo dalla Spal e ha firmato un contratto di quattro anni con opzione per il quinto. Rispetto ai compagni di squadra che sono arrivati dall’estero, lui parla bene l’italiano e ciò gli ha conentito di superare il problema della lingua già da tempo. «È vero, sono in Italia da ormai sei anni e ho imparato bene l’italiano - ha detto in conferenza stampa -, mi sto trovando bene anche con i compagni che sono arrivati negli ultimi giorni, sono tutti bravi, c’è poco da dire. Stiamo lavorando bene, la squadra è forte, come gruppo siamo forti e giovani, secondo me possiamo fare un bel campionato». Rispetto a qualche compagno di squadra non ha avuto bisogno di un supplemento di preparazione atletica. Strefezza ha dato da subito ottime garanzie tanto che Baroni lo ha schierato immediatamente. Sempre in campo dal primo minuto nelle prime tre partite di campionato, anche se non le ha giocate per intero. «Sono arrivato preparato - conferma - anche perché avevo lavorato tanto con la Spal nel precampionato. Ero già a posto e il mister mi ha dato subito fiducia».

"Il Salento mi ricorda il mio Brasile"

Nessun problema di ambientamento per Strefezza che adora il clima salentino. «Mi sto trovando benissimo, sembra di stare in Brasile - continua -. Qui fa caldo, la gente è affettuosa. E ho anche fatto qualche giro nel centro storico della città: mi è piaciuto tantissimo. Piano sto conoscendo la città”. Ha l’età giusta per fare il salto di qualità e consacrarsi al grande calcio italiano. In Serie A ha collezionato 32 presenze e 2 gol. E Lecce rappresenta l’occasione giusta per il calciatore nato a San Paolo. Strefezza possiede anche il passaporto italiano per via dei suoi bisnonni originari della provincia di Caltanissetta. Ormai sono passati diversi anni da quando giovanissimo cresceva in Brasile ed era soprannominato “espeto” per via della foltissima capigliatura, impomatata di gel. A dargli il soprannome furono i compagni per distinguerlo dai tanti Gabriel presenti in squadra.

Ora, invece, si fa notare per le sue qualità tecniche e qualche dribbling di troppo che portano, qualche volta, a strafare. «Sto lavorando tanto per fare bene - spiega -, ogni giorno cerco di impegnarmi, con la testa giusta, voglio dimostrare quello che so fare. Magari adesso mi esce un tocco in più, ma sto lavorando su questo aspetto. Voglio fare quello che so fare: le mie giocate, calciare in porta, ma senza nulla togliere al gioco di squadra».

La maledizione del palo

Con il Benevento è andato vicino al suo primo gol in giallorosso: peccato per quel palo che gli ha negato la gioia di esultare proprio sotto il settore dei tifosi leccesi. «A Benevento abbiamo fatto una bella gara creando tanto. Peccato che la palla non è entrata. Il gol mi manca, in ogni partita vorrei segnare, contro il Benevento ci ho provato di più, ma sono stato sfortunato perché ho colpito il palo. In settimana lavoro tanto sui tiri in porta. Adesso pensiamo subito all’Alessandria. Ci stiamo concentrando su quello che ci chiede il mister. In generale la squadra deve migliorare sotto porta, stiamo creando tanto, però manca il gol, ma sono fiducioso perché i dati dicono che comunque arriviamo sotto porta. Personalmente, invece, devo cercare di restare in partita il più a lungo possibile. E poi evitare di un dribbling di troppo e fare magari un passaggio al compagno di squadra. Già dalla prossima vedrete dei miglioramenti per quanto mi riguarda».

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