Ricetta Baroni: equilibrio e giovani per il nuovo Lecce. Pasculli: "In campo era un leader"

Ricetta Baroni: equilibrio e giovani per il nuovo Lecce. Pasculli: "In campo era un leader"
di Antonio IMPERIALE
4 Minuti di Lettura
Giovedì 3 Giugno 2021, 05:00

Gianni Minà sottolineava quel “suo senso della vita itinerante e nostalgico”. Forse anche per questo il compagno di squadra Marco Baroni che torna a Lecce riaccende in Pedro Pablo Pasculli le luci su quegli anni vissuti insieme con l’uomo che adesso ha in mano i destini del calcio di casa nostra, di quella casa che Pedro Pablo ha eretto da subito a casa sua, dopo qualche difficoltà iniziale, quando al suo “ho nostalgia, me ne voglio tornare in Argentina”, nel ritiro del Lecce, Beto Barbas rispondeva, decisivo “Pedro qui è tutto bellissimo, rimani”.

La cavalcata dell'89

“E mi porto l’orgoglio-dice ora- di aver vissuto qui forse le stagioni più belle del calcio leccese, quando vincemmo il campionato di B da secondi in classifica, e in A per poco non ci qualificammo per le competizioni europee. Anni magici, con uomini magici, comunque grandi, fra questi Marco Baroni, un contributo decisivo nel cuore della difesa, un tandem fortissimo con Righetti, ma anche con giocatori di livello come Vanoli, Gigi Garzya, Roberto Miggiano. Aveva un senso particolare, quella squadra. Due argentini, io e Barbas, che magari eravamo costati qualcosa di importante per la società di Jurlano e Cataldo, ma tanti leccesi che avrebbero vissuto meravigliose carriere come Antonio Conte, Checco Moriero, Gigi Garzya, e poi Totò Nobile, Walter Monaco, Dario Levanto, Giuseppe Luceri. Ecco, credo che manchi adesso, al Lecce, quella salentinità che era stata orgogliosa prima dei suoi Causio, Brio, Sensibile, e altri e poi magari, per spostarsi a Brindisi, Tonino La Palma, Mimmo Francioso. Ecco a me piacerebbe che si tornasse a quelle stagioni, con un occhio particolarmente attento ai ragazzi. I risultati del settore giovanile giallorosso aprono interessanti prospettive per il domani”.

Carletto e la Reggina

E intanto c’è l’oggi con un Lecce che riaffida a Baroni la realizzazione del sogno bruciato in una primavera che si è fatta amara come la pece “ E Baroni-dice il campione del mondo argentino-credo che abbia tutte le credenziali per fare bene, come ha già fatto a Benevento, portando i sanniti in B ai play off, come ha fatto già quest’anno rimettendo in corsa una Reggina ancorata in zona salvezza. Lo ha fatto, a Reggio, migliorando subito la fase difensiva che è stata la croce del Lecce con Liverani e con Corini, e a Reggio Baroni non ha certo rinunciato ad un calcio piacevole. Mi pare abile nel garantire gli equilibri più importanti. E poi sa vivere e far vivere positivamente i rapporti all’interno della squadra.

Aveva il suo ruolo in quella nostra grande famiglia di quegli anni, sotto la guida di “papà” Carletto Mazzone, semplicemente unico sul piano umano oltre che tecnico. Marco era umile, la modestia, il rispetto per gli altri, la collaborazione con tutti, il senso profondo della squadra ne facevano un punto di riferimento. Temperamento, carattere, tutto consentiva di immaginarlo nella seconda parte della sua vita calcistica nel ruolo di allenatore”.

I giovani e i senatori

Il Lecce che è stato, il Lecce che sarà. Dice Pasculli “Certamente ha pesato il Covid che prima ha costretto Corini ad una lunga assenza, poi ha provocato lo stop del campionato con le conseguenze che per il Lecce sono state semplicemente devastanti e delle quali si fa fatica a darsene una ragione. Il campionato a tappe forzate, ogni tre giorni, con le difficoltà per il recupero, con le temperature primaverili di casa nostra che già si fanno sentire può avere inciso sulla tenuta dei tanti giocatori dell’Est, abituati ad altre condizioni climatiche. Per il futuro serve una squadra tonica come richiede un campionato durissimo come la serie B. Un’operazione ringiovanimento mi sembra necessaria. E Baroni con Corvino faranno le scelte giuste”. Il Lecce nel finale aveva anche smarrito la via della rete. Pasculli è stato uno dei re del gol, 167 in carriera, 53 nei sette anni con il Lecce, un gol d’oro con la Nazionale Argentina, quello segnato all’Uruguay che valse la qualificazione ai quarti nel mondiale dell’86 vinto poi con Maradona. “Coda-dice- ha pagato pesantemente quanto fatto in maniera egregia nella stagione, ogni tanto si calpestavano con Stepinsky, Rodriguez è giovane, leggerino, bravo, agile, veloce, mi ricorda un po’ Moriero in certe caratteristiche, ma deve lavorare molto per arrivare al suo livello, soffre un po’ il confronto con l’avversario, Pettinari è un ottimo giocatore ed aveva l’intesa migliore con Coda. Baroni saprà fare le sue scelte, in rapporto al suo gioco. Io vorrei vedere presto qualche nostro ragazzo in rampa di lancio. Ha fatto bene Gallo, che è un giovane, mi piace Maselli, in altri paesi ci sono ragazzi del 2001-2002 che giocano in Champions. Qui bisogna avere più coraggio. Baroni crede nei giovani”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA