Di Carlo, Lorusso, Loseto, Majer, Loprieno, Giannattasio, Nastasio, Fatta, Loddi, Fava e Montenegro. Allenatore Mimmo Renna. È la formazione-tipo del Lecce protagonista della promozione in serie B nel lontano 1975-1976, dopo 27 anni vissuti nell’inferno della serie C. Quella squadra, sul finire della stagione, infilò una serie di sei vittorie consecutive che diedero a capitan Fava e compagni la spinta decisiva per la conquista della promozione. Proprio ciò che sta accadendo in questi giorni al Lecce di Eugenio Corini, secondo in classifica e reduce da sei vittorie di fila, record assoluto in serie B nella storia centenaria del sodalizio giallorosso.
Il messaggio del vecchio bomber
Da uno dei principali artefici dell’impresa compiuta nel 1976, l’indimenticato Fortunato Loddi, arriva l’incoraggiamento per Mancosu e compagni. «Io ci credo, questo è un Lecce da record - attacca il vecchio centravanti della formazione giallorossa -. A sei giornate dalla fine del campionato, il Lecce si trova in una posizione ottimale e sta viaggiando come un treno in un campionato in cui bastano due, tre vittorie di fila per risalire velocemente la classifica. Del resto, la serie B è sempre stata così, anche ai miei tempi bastava vincere qualche partita per ritrovarsi nei piani alti. In questa fase delicata della stagione, l’allenatore ha una grande responsabilità perché a lui spetta il compito di mantenere l’equilibrio all’interno del gruppo e rendere tutti partecipi. Ogni calciatore, anche quello che gioca di meno, deve sentire la fiducia del tecnico perché alla fine la serenità del gruppo fa sempre la differenza. Corini è bravo, conosce il mestiere, da ex centrocampista ha una visione a 360 gradi della situazione. Chiaramente, poi in campo ci vanno i calciatori e il Lecce dispone di tanti elementi di qualità, scelti con oculatezza da un direttore sportivo che in questa categoria fa la differenza».
Loddi, manco a dirlo, ha un occhio particolare per il calciatore del Lecce con la maglia numero 9, Massimo Coda. «Signori, questo è un bomber nato - dice con l’orgoglio del vecchio centravanti -. Una squadra può esprimere il miglior calcio del mondo ma se non dispone di un bomber vero non va da nessuna parte. Il Lecce non ha problemi perché Coda è un predestinato, lui farebbe gol in tutte le categorie e in tutti i modi.
Occhi puntati sui giovani
A Loddi piace molto anche Rodriguez: «Ha qualità incredibili per un giovane della sua età. E quando entra dalla panchina spacca sempre la partita. Corvino ha visto lungo anche questa volta». Loddi ritorna al record di vittorie del suo Lecce e quasi si emoziona. «Facemmo un percorso netto nella parte finale della stagione - ricorda il bomber classe 1950, romano doc trapiantato alla fine della carriera nella Firenze del Sud -. Le sei vittorie consecutive ci diedero una grande spinta. Io segnai contro l’Acireale di Scoglio e contro la Casertana, al resto ci pensarono i miei compagni di squadra. Credevamo di non farcela perché noi vincevamo sempre ma le due squadre che ci precedevano in classifica non perdevano un colpo. Nello spogliatoio iniziò ad affiorare un po’ di malcotento e a quel punto dissi ai miei compagni una cosa molto semplice: “Pensiamo a noi stessi, vinciamole tutte e poi alla fine tireremo le somme”. Sapete tutti come andò a finire. Il resto è storia».