Lecce, con Verona e Salernitana due ko simili. E tornano i dubbi

Lecce, con Verona e Salernitana due ko simili. E tornano i dubbi
di Michele TOSSANI
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Domenica 29 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 05:22

La sconfitta subita in casa contro la Salernitana, sommata a quella del turno precedente a Verona, riporta il Lecce con i piedi per terra. Chi pensava ad una salvezza già in cassaforte a gennaio dovrà ricredersi, con i giallorossi che hanno buttato al vento due scontri diretti attraverso i quali avrebbero potuto comunque crearsi un cuscinetto importante sulla zona retrocessione. Al di là delle tematiche riguardanti le formazioni iniziali, i cambi effettuati da Baroni, lo stato di forma di alcuni giocatori o una rosa che in questo momento non ha una panchina sufficientemente lunga, a preoccupare sono i passi indietro effettuati in entrambe le fasi di gioco. 

La fase di non possesso

Dal punto di vista difensivo il tecnico giallorosso, nel dopo gara della sfida contro la Salernitana ha ripetuto il termine ‹‹leggerezze›› per spiegare gli errori difensivi nei quali è incappata la squadra nei novanta minuti del Bentegodi e al Via del Mare. E, in effetti, i quattro gol presi sono frutto di errori madornali e amnesie che sono risultati determinanti per l’esito delle due partite. Il primo gol subito a Verona nasce da un cambio di gioco effettuato dai gialloblù che ha visto Doig ricevere sulla sinistra. Davanti allo scozzese si para Gonzalez, che però lo affronta senza mantenere la giusta distanza (un braccio circa) dall’avversario, lasciando così al no.3 dell’Hellas tempo e spazio per mettere un invitante cross in area. Su questo passaggio dall’esterno arriva comodamente Depaoli, lasciato colpevolmente solo dal ritardatario Gallo. La seconda marcatura veneta è invece figlia di una palla persa in uscita dal Lecce. Sulla quale la linea arretrata del Lecce resta passiva, consentendo così a Ilic di imbucare per Lazovic che poi fulmina Falcone sul primo palo. Vendendo al primo gol subito nell’anticipo di venerdì, l’azione della Salernitana nasce da un rinvio lungo di Ochoa verso la boa Piatek: un sistema di attacco diretto per superare la pressione alta salentina che lo stesso Verona aveva messo in pratica con Djuric e che ha creato imbarazzi alla difesa salentina. Il Lecce non riesce a conquistare il rimbalzo e, su una nuova palombella avversaria, Pezzella respinge la sfera centralmente, fra l’altro in una zona lasciata scoperta dai centrocampisti pugliesi. Il pallone arriva a Dia, con Baschirotto che non esce e col senegalese che batte Falcone con un bel tiro. Il raddoppio granata giunge con un altro pallone perso in uscita da parte leccese con Oudin che sbaglia due volte. Il francese infatti prima, pressato da un avversario, fa rimbalzare la sfera su Candreva e poi sulla carambola, da terra, mette in moto ancora Dia che poi va a servire Vilhena, autore della seconda marcatura ospite. Fondamentalmente, ad accomunare le quattro reti incassate dal Lecce in queste ultime due giornate di campionato sono state le palle perse in uscita e gli errori di valutazione dei difendenti. 

La manovra offensiva 

I regressi sul piano del gioco per il Lecce si sono visti anche in fase di possesso. Nelle due partite contro Verona e Salernitana il Lecce ha prodotto sì più degli avversari in termini di expected goals (2.16 contro 1.39) ma con una media di appena 0.08 xG per tiro. Nella sfida con i campani di Davide Nicola i giallorossi hanno messo in mostra delle buone trame di gioco quando sono riusciti a muovere palla velocemente dalle zone esterne a quelle centrali, con buoni meccanismi a livello di interscambi di catena e soprattutto da quando Strefezza, spostato a destra, ha iniziato a muoversi verso gli spazi centrali del campo. Tuttavia, questi momenti sono stati alternati ad altri di scarsa lucidità nei quali la squadra non risultava veloce ma frenetica, ricorrendo troppo spesso ai lanci lunghi sbagliati di Baschirotto ad aprire il campo sul lato opposto. Alcune scelte si sono rivelate errate sia a livello tattico (perché Strefezza a sinistra?) che dei singoli (Oudin, Maleh, Pezzella). Di Francesco in questo momento deve partire titolare. Non vivendo lo spogliatoio e non essendo nella testa dei giocatori non possiamo dire, da fuori, se qualche calciatore sia rimasto in un certo senso travolto dai troppi elogi ricevuti dalla squadra per il bel girone d’andata. Quel che è certo invece è che Baroni e la società dovranno richiamare il gruppo ad una maggiore attenzione a quei dettagli che potrebbero finire per fare la differenza fra una conclusione positiva della stagione o meno. 

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