Olivieri a caccia del primo gol. Con Coda out tocca all’esterno dare continuità in attacco

Olivieri a caccia del primo gol. Con Coda out tocca all’esterno dare continuità in attacco
di Tonio DE GIORGI
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Giovedì 9 Dicembre 2021, 05:00

C’è chi ha smarrito la via del gol e chi ancora non l’ha trovata. Pisa-Lecce è anche la partita di Lorenzo Lucca, attaccante del Pisa, e Marco Olivieri centravanti del Lecce. Il bomber dei toscani è all’asciutto da nove partite. È fermo a quota sei, non segna dalla partita contro la Reggina del 2 ottobre scorso. L’attaccante del Lecce Olivieri, invece, è alla ricerca del primo sigillo in maglia giallorossa. E anche per Olivieri l’ultimo gol segnato è contro la Reggina, ma nello scorso campionato quando non giocava nel Lecce. Segnò ed esultò proprio sotto gli occhi di Baroni, allora allenatore dei calabresi. Nel 4-3-1-2 dell’Empoli fu lui, attaccante di Porto Sant’Elpidio, a portare in vantaggio i toscani che vinsero la sfida 3-0. Per Olivieri fu l’ultimo gol stagionale. Si fermò a cinque.
A Lecce nuova avventura. Con Baroni si muove nel 4-3-3, ora da punta centrale. Compiti differenti, più dispendiosi, ma Baroni ci crede e sta lavorando molto sul giocatore preferito in questa posizione a Rodriguez. Almeno per il momento. Con Coda fuori causa per infortunio, tocca anche a Olivieri assicurare continuità al reparto offensivo che è il più prolifico del torneo con 29 reti. Del tridente d’attacco manca all’appello solo Olivieri mentre anche Di Mariano ha perso confidenza con il gol. L’esterno giallorosso non segna dalla sfida interna contro il Monza. Sono trascorse nove partite. Come per il pisano Lucca.

L'attacco e le scelte di Baroni

Baroni si è consolato con i gol di Dermaku, Gargiulo, Majer. Il tecnico giallorosso, insomma, partita dopo partita, sta provando tutti gli optional di cui è dotata la propria squadra. Nel Pisa, alla cooperativa del gol, hanno contribuito sei interpreti del reparto offensivo: Lucca con sei reti, Sibilli (3), Cohen (2); Marsura, Mastinu e Masucci con uno. Nel Lecce Strefezza con 9 reti ha spodestato per ora dal trono Coda autore di 8 gol. Mentre a 4 marcature è fermo Di Mariano. Una soltanto per Rodriguez. Nel confronto di sabato prossimo la squadra di D’Angelo proverà a dare un primo piccolo strappo alla sua corsa mentre il Lecce cercherà il sorpasso. Una sfida che riporta indietro di moltissimi anni. Chi ha vissuto la prima storica promozione del Lecce in Serie A, 36 anni fa, si abituò a vedere ai vertici della classifica sia i giallorossi allenati da Eugenio Fascetti sia i nerazzurri guidati dal compianto Gigi Simoni. A fine stagione sia il Lecce che il Pisa sbarcarono a braccetto in Serie A davanti al Bari di Bruno Bolchi. Nell’era dei due punti a vittoria ne servirono cinquanta per ottenere la promozione.

La fiducia del presidente Sticchi Damiani

«È una sfida importante perché sono le prime due della classe in questo momento in un campionato avvincente e duro – ha detto il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani, intervenuto martedì sera a Martano -. Sarà la partita clou della giornata, non determinerà nulla perché il campionato è molto lungo e complicato, ma vogliamo giocarcela bene. Speriamo di poter avere al nostro fianco tanti tifosi. Stiamo facendo di tutto per facilitare la trasferta ai nostri tifosi. Abbiamo bisogno della nostra gente». Al presidente del Lecce è stato intitolato il Lecce Club sezione di Martano, inaugurato martedì sera con il taglio del nastro dato proprio da Sticchi Damiani. «È il settimo Lecce club che nasce sotto la nostra gestione e questo è già motivo di grande orgoglio – ha aggiunto -, questo è un dato che mi colpisce molto. Prima i Lecce club si intitolavano al campione del momento. I tifosi hanno deciso di intitolarlo a me, è un po’ strano. Lo condivido con i miei soci e la squadra. Oggi i tifosi forse hanno capito che la vera bandiera è il proprietario, un socio, il presidente, che questa maglia la indossa per sempre. Quando questa mia esperienza terminerà io sarò stato solo il presidente del Lecce, non potrei esserlo di nessuna altra squadra. Dirigenti come noi, invece, sono solo figli di questa società. Oggi la gente è orgogliosa di tifare per il Lecce – continua -. L’identità, l’orgoglio di indossare questa maglia, il rispetto verso la stessa e i tifosi: sono temi a cui sono legatissimo. Poi tutto questo affetto si traduce in una responsabilità e un impegno a fare sempre di più».

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