Sticchi Damiani e il futuro del Lecce: «Pronti a far entrare nuovi soci»/L'intervista

Sticchi Damiani e il futuro del Lecce: «Pronti a far entrare nuovi soci»/L'intervista
di LINO DE LORENZIS
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Domenica 10 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 10:43

Presidente Sticchi Damiani, oggi il campionato di serie B è fermo per gli impegni delle nazionali. Alla luce delle quattro vittorie consecutive conquistate dal Lecce considera la sosta un intoppo sul cammino della sua squadra?
«A livello personale sono contento perché arriviamo da un periodo in cui noi dirigenti non ci siamo mai fermati, nemmeno un minuto. Come squadra invece i ragazzi stanno bene, sono pieni di entusiasmo e in questi casi è sempre meglio continuare a giocare. Però si sta lavorando per tenere alta sia la tensione che il ritmo degli allenamenti».
A suo giudizio, perché nelle prime partite di campionato la squadra ha stentato?
«Quando si cambia tanto è inevitabile incontrare difficoltà nella fase iniziale. Nuovo allenatore, nuovi calciatori e soprattutto giovani, qualcosa inevitabilmente bisognava pagare. Tutto sommato nelle prime sette partite abbiamo sbagliato solo il secondo tempo con la Cremonese, peraltro dopo che nel primo tempo ci era stato annullato un goal regolare. L’aria è diventata subito troppo pesante. In quei momenti è fondamentale che la società tenga la barra dritta, ma è fondamentale anche che l’ambiente dia credito alla dirigenza ed alla squadra, aiutandole a superare le difficoltà. Dico questo perché è possibile che nel prosieguo della stagione potremmo avere dei momenti di difficoltà, anche più lunghi una mezza partita sbagliata, così come sta accadendo a squadre ben più attrezzate di noi. Sarà proprio in quei frangenti che società ed ambiente dovranno fare la differenza, sentirsi soli non aiuta ad uscirne».


Si aspettava questo tipo di risposta della squadra dopo le difficoltà iniziali?
«Ho visto la squadra crescere di allenamento in allenamento. Non riesco a seguire tutte le sedute che si svolgono quotidianamente all’Acaya, quindi vedendone una ogni tanto ho l’opportunità di notare ancora di più la differenza di crescita di questo gruppo che nei suoi 24 componenti sta crescendo e devo dire che l’allenatore sta incidendo tanto, trasmettendo ai ragazzi i suoi concetti di un calcio compatto, di un calcio in cui attaccano in tanti, tutti difendono e soprattutto si aiutano. Sono cose che ho visto in campo col Monza fin dal primo tempo che è stato a parer mio equilibrato. Ma fare una frazione di gioco equilibrata con un avversario così forte non era facile e proprio quel primo tempo ha creato le premesse per l’exploit della seconda parte di gara. Il Lecce in questo momento è una squadra che si sta conoscendo ogni giorno e sta assimilando i concetti dell’allenatore che ritengo utili per un campionato difficile e massacrante come quello di quest’anno».
Nel 4-3-3 diventa fondamentale il lavoro degli esterni alti. Dopo un avvio balbettante, Di Mariano e Strefezza hanno cominciato a girare e attorno a loro tutta la squadra.
«È proprio così. Agli esterni viene richiesto un lavoro doppio, di essere incisivi in fase offensiva ma di lavorare tantissimo anche a protezione della fascia. Quindi, la squadra in questo senso quando attacca lo fa sempre con un numero adeguato di uomini però difende difende praticamente in dieci. Questo è sistema di gioco molto dispendioso da un punto di vista fisico e richiede un sacrificio ulteriore proprio da parte degli esterni che sono la chiave. Strefezza e Di Mariano stanno facendo benissimo ma mi aspetto molto anche Olivieri e da Listkowski che fin qui ha avuto poco spazio ma che sono certo ci darà presto un contributo come ha già fatto finora anche Paganini».
Chi l’ha sorpresa di più fino a questo momento?
«Direi Gendrey, questo ragazzo mi ha impressionato pur essendo del 2000. Devo dire però che il direttore Corvino era molto convinto quando lo ha preso ma sinceramente non ci aspettavamo che stesse così avanti. E poi mi fa piacere la straordinaria conferma di Hjulmand che sta crescendo tantissimo».
Soprattutto da quando è tornato a giocare in posizione centrale, davanti alla difesa...
«Mister Baroni, con l’onestà intellettuale che lo caratterizza, lo ha detto subito che quello è il suo ruolo naturale e lì Morten è un valore aggiunto per il Lecce. È stata un’altra perla di Corvino che l’ha portato al Lecce a titolo definitivo a condizioni vantaggiose per il club».
A che punto è il progetto della copertura delle tribune del Via del Mare?
«Comiciamo col dire che per i Giochi del Mediterraneo avremo dei finanziamenti che ci consentiranno di fare un restyling significativo e vorremmo inserirci anche i lavori di adeguamento della parte esterna dell’impianto che oggi purtroppo è inguardabile. Considerato che quello è anche il biglietto da visita per chi viene allo stadio, è una cosa che dobbiamo assolutamente migliorare. Sulla copertura stiamo trattando per avere questo budget aggiuntivo ed in più gli sky box saranno pronti a brevissimo. E questo è un servizio in più che potremo dare e che potrà portare anche una ulteriore fonte di introiti per il club da destinare sempre all’area tecnica».
Un accenno al settore giovanile e al buon inizio di stagione della Primavera. È soddisfatto?
«Molto, la Primavera ha incominciato davvero bene.

Proprio oggi (ieri) i ragazzi hanno disputato una partitella contro la prima squadra e ogni giorno si ha la sensazione che non sarebbe fuori luogo, anzi, lanciare alcuni di questi ragazzi in prima squadra. C’è solo l’imbarazzo della scelta tra i vari profili che ogni volta emergono, in tanti si stanno distinguendo e penso che prima o poi avranno una chance con i grandi. Penso ai vari Vulturar, Salomaa, Mommo e lo stesso Gonzalez, gente che ogni giorno sorprende e non mi meraviglierei di vederli presto in prima squadra. Fermo restando che ci teniamo a ben figurare nel campionato Primavera 1».


Parliamo della società: c’è qualcosa che bolle in pentola?
«Nulla di particolare se non il fatto che stiamo lavorando con grande impegno per non far pesare sul club la crisi di questi ultimi due anni in cui tutti le società hanno avuto problemi. Nonostante tutto, abbiamo continuato ad impegnarci per non essere costretti a dover ridimensionare in nessun modo il progetto tecnico, anche grazie alle intuizioni di Corvino e di Trinchera. Noi per primi abbiamo fatto e continuiamo a fare grandi sacrifici ma non escludo che nei prossimi mesi possa esserci un allargamento della base societaria».
Sta dicendo che il Lecce potrebbe avere presto nuovi soci?
«Certo, potrebbe essere interessante anche l’apertura rispetto a qualche nuovo socio che però deve avere determinate caratteristiche: avere la solidità per fare calcio e soprattutto la voglia. E poi quello che un po’ accomuna tutti noi soci, vale a dire la passione e la voglia di farlo non per business ma per desiderio di aiutare un territorio. Con questo identikit noi siamo pronti ad allargare la nostra base».
L’apertura è rivolta anche a soci stranieri?
«Non lo escludo però rispetto a quelle operazioni che in questo momento vanno di moda in Italia deve essere comunque uno che ha un legame con il territorio. Perché chi può avere un interesse a entrare in questa compagine per fare profitto o business non fa al caso del Lecce. Altrimenti è preferibile restare così».

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