Di Marzio e Sensibile in coro: "Lecce, ora serve una vittoria"

Alessandro Tuia in azione
Alessandro Tuia in azione
di Antonio IMPERIALE
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Martedì 14 Settembre 2021, 05:00

Storie che vengono da lontano, quelle di Gianni Di Marzio e Aldo Sensibile, insieme nel Brindisi che scriveva pagine accattivanti, storie quasi sul filo della nostalgia. «Gianni era il mio allenatore, avevamo uno splendido rapporto», dice Sensibile. «Aldo non era solo un ottimo difensore, mi piaceva quel suo modo schietto di essere persona». Il Lecce nella loro vita: Di Marzio un’esperienza in panchina, prima di andare a vincere il campionato a Catania; Sensibile i sogni di ragazzo, le belle stagioni, le imprese con Mimmo Renna. Il Lecce, una passione per tutti e due. Lo seguono sempre. Hanno visto entrambi la partita di Benevento, venerdì sera.

La carica di Di Marzio

Il tecnico partenopeo trapiantato a Padova parla con enfasi della squadra salentina. «Ho visto un Lecce che per molti versi mi ha entusiasmato. Mi è piaciuto moltissimo, ha giocato con l’intensità di una squadra inglese, con un’aggressione alta, una determinazione fuori dal normale. Ho visto Hjulmand molto bravo nel ruolo di faro della squadra e ho visto un grandissimo Gallo, un giovane di grande avvenire, gamba lunga, grande corsa, cross preziosi per i compagni d’attacco. Strefezza è uno rapido, svelto, magari deve essere più concreto sotto rete, può fare molto mentre Di Mariano è un ottimo calciatore di categoria. Un solo cruccio: era una partita da vincere». Poi sottolinea. «Certo, nel Benevento mancavano Lapadula e Glik, anche se un solo gol su rigore in tre partite per il Lecce è una produzione offensiva un po’ al lumicino. Intanto però la squadra si va ritrovando, Baroni mi pare abbia sistemato bene la fase difensiva, ed in attacco Coda i gol li ritroverà, è una garanzia. È un Lecce che risalirà, anche se trovare spazio avanti quest’anno sarà davvero difficile e bisogna essere completi in tutto e reggere a lungo sul piano della continuità».

La prudenza di Sensibile

Aldo Sensibile lascia parlare le cifre ancora abbastanza aride della classifica. «Due soli pareggi sono davvero pochini, solo le ultime in classifica, quelle a quota zero, hanno totalizzato meno punti e lassù le prime tre viaggiano già a quota nove, una distanza purtroppo significativa se si vuole ragionare in prospettiva promozione. Contro il Benevento privo di Lapadula e Glik il Lecce poteva magari fare tre gol, ma ha anche rischiato di perdere. Per vincere in serie B ci vuole molto più pragmatismo, molto più cinismo. Non basta saper far girare la palla, ci vuole una convinzione interiore che la squadra mi pare debba ancora ritrovare». Per Sensibile forse è un fatto di mentalità, di una «cultura della vittoria del campionato» che la squadra anche quest’anno fa fatica a fare sua. «Non vorrei che continuando a parlare di progetto triennale si faccia strada la convinzione che per la promozione ci può essere ancora tempo, che possa essere un discorso rinviabile di un altro anno, e che questo condizioni l’atteggiamento dei giocatori che fanno fatica ed essere aggressivi già al momento nel quale scendono in campo per condizionare in questo modo l’avversario. A me pare che ci sia ancora bisogno di maggiore personalità. Non è stato aggressivo il Lecce di Cremona, e anche contro il Como si sono vissute fasi di spaesamento. Il Lecce più bello rimane sino ad oggi quello di Coppa Italia contro il Parma, ma i parmensi stanno ribadendo che quello era solo calcio d’agosto.

Il campionato è tutta un’altra musica».

Serie B competitiva

E che questo sia un campionato di un altro livello con squadre davvero molto ben attrezzate, assai più dello scorso torneo è idea condivisa sia da Di Marzio che da Sensibile. «In una torneo dove sono aumentate le società con risorse straniere - dicono quasi in coro - il Parma è destinato a volare alto, come l’Ascoli, il Pisa, e naturalmente il Benevento di Lapadula». Di Marzio crede molto anche nel Brescia. «Cellino quest’anno è capace di competere alla grande con gli americani». E sulla disponibilità del presidente Saverio Sticchi Damiani, ad aprire anche le porte del Lecce ad eventuali investitori stranieri, dice: «Il Lecce sta bene così com’è, è un’oasi felice, per la serietà della società e per l’ambiente, non ha bisogno di forestieri». Ipotesi condivisa pienamente da Aldo Sensibile. «La nostra è una società modello della quale tutto il Salento può essere orgoglioso». Concordi ovviamente i due sull’obbligo di cogliere il primo successo del campionato contro l’Alessandria sabato al Via del Mare. «C’è bisogno di un grande sorriso collettivo», dice Sensibile. E Di Marzio: «La neo promossa ha in Longo un allenatore giovane. I rischi non mancano mai, ma il Lecce può regalare finalmente ai suoi splendidi tifosi la prima gioia piena».

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