Lecce, un pressing continuo. Così ha preso il largo in classifica

Lecce, un pressing continuo. Così ha preso il largo in classifica
di Michele TOSSANI
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Lunedì 16 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:57

Due giorni dopo il pareggio imposto dal Lecce ai campioni d’Italia del Milan, è ancora difficile dire se sia maggiore la soddisfazione per il punto conquistato o l’amaro in bocca per i due lasciati sul terreno al termine di una prova dai due volti. I primi quarantacinque minuti di gioco infatti sono stati nettamente a favore dei pugliesi mentre la seconda frazione ha visto il veemente ritorno del Milan. Il dato degli expected goals (xG) prodotti dai leccesi (1.68) è, seppur di poco, superiore a quello milanista (1.42) a riprova delle occasioni avute dai giallorossi per chiudere il primo tempo con un vantaggio più cospicuo del 2-0 effettivamente maturato. Per il Lecce si tratta della quarta partita consecutiva nella quale la propria produzione di xG è stata superiore a quella avversaria. Dal punto di vista tattico la chiave della splendida prestazione leccese risiede nel pressing alto esercitato dagli uomini di Marco Baroni. La compagine salentina è ormai in grado di dettare il contesto tattico delle partite senza palla, proprio a causa dell’intensa e continua pressione che riesce a sviluppare. Contro il Milan, nel primo tempo, si è visto come questa strategia sia estremamente funzionale per la rosa a disposizione del tecnico toscano: ogni transizione del Lecce si traduceva infatti in una occasione da gol. In pratica l’undici di casa è come uno sciame d’ape, che prima ti ronza intorno e poi ti punge. 

L'analisi

A mettere in difficoltà gli uomini di Pioli non è stata solo la costante pressione effettuata dai padroni di casa e le ripartenze accompagnate da molti uomini, ma anche la ricerca continua del cambio di campo. In questo senso la giocata classica del Lecce era quella che vedeva la riconquista della palla sul lato destro del campo (quello sinistro del Milan, da dove i lombardi sono soliti attaccare la maggior parte delle volte) per andare poi a cercare Di Francesco dalla parte opposta del campo. Non a caso il no.11 del Lecce ha ricevuto 3 passaggi chiave (cioè che permettono alla squadra in attacco di superare almeno una linea difensiva avversaria), tutti provenienti da destra (due da Strefezza e uno da Gendrey).

L’ala sinistra salentina si è rivelata poi fondamentale nei propri ripiegamenti difensivi, dimostrandosi importante anche in fase difensiva. Così come fondamentale è stato l’apporto in non possesso di Strefezza. L’italo-brasiliano era poi il cardine della manovra offensiva giallorossa, come dimostrano i 73 palloni giocati (primo del Lecce) e i 4 passaggi chiave prodotti (dei quali 3 per un tiro). Il Lecce del primo tempo è stato inoltre abile a riempire con molti uomini sia l’area del Milan che la propria e il doppio vantaggio con il quale si andava all’intervallo era addirittura stretto per la squadra di casa. Purtroppo per la formazione di Baroni le partite durano due tempi e, nel secondo, il Milan è tornato in modo impetuoso, anche grazie ai cambi di Pioli che ha buttato nella mischia Messias e Sergiño Dest. 

Le contromosse

Queste mosse, unite al calo nella pressione da parte del Lecce, hanno finito per settare meglio il palleggio rossonero e per renderne più fluida la manovra. Si accende anche Leao che ora riesce a mettere in difficoltà uno Gendrey che nel corso del primo tempo aveva invece contenuto il portoghese. Il gol del talento del Milan arriva troppo presto per il Lecce e riapre la partita. Baroni corre ai ripari inserendo Gallo per un Pezzella ora in difficoltà sun Messias e Maleh per Gonzales, in modo da avere forze fresche in mediana. Pioli risponde con Origi per Diaz passando in pratica ad un attacco con quattro punte e trovando il pareggio con Calabria. Dest (44 palloni toccati in un tempo), Leao e soprattutto Bennacer, il giocatore in campo ad aver giocato il maggior numero di palle (95) e ad aver prodotto più passaggi chiave (8) diventano dei fattori contro un Lecce che non difende più in avanti, corre all’indietro, si abbassa (alla fine il baricentro medio leccese in fase di non possesso sarà di 45.27m) e si allunga, lasciando spazio ai rossoneri. Baroni inserisce Banda e Persson per cercare di far risalire la squadra e costringere il Milan a guardarsi alle spalle, ma la mossa funziona parzialmente anche perché Pioli toglie Calabria, in difficoltà sullo zambiano, e sposta Kalulu da quella parte.

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