Chi l’avrebbe mai detto che all’esordio in campionato il Lecce avrebbe perso con la Cremonese e per giunta incassando tre gol? Il kappaò dello “Zini” deve far riflettere in casa giallorossa soprattutto per il mondo in cui è maturato al termine di una gara che ha evidenziato come la formazione salentina sia ancora un cantiere aperto. Dal punto di vista tattico, per il suo esordio sulla panchina leccese Marco Baroni disegna un 4-3-3 come sistema base con Gendrey, Tuia, Lucioni e Gallo davanti a Gabriel; Blin play basso affiancato da Hjulmand e Majer a centrocampo e con Coda prima punta supportato dagli esterni Strefezza e Olivieri. Fin dalle prime battute (tiro di Bonaiuto finito alto per i grigiorossi) si intravedono delle problematiche che saranno una costante per tutto l’arco dell’incontro, vale a dire le difficoltà del Lecce a gestire le fasi di non possesso e, in particolare, le transizioni avversarie. In linea generale la compagine giallorossa fatica però anche col pallone fra i piedi. La costruzione viene sporcata dalla pressione alta della squadra di casa, col Lecce che spesso è costretto a rifugiarsi nella palla lunga per i riferimenti più avanzati, non riuscendo a garantirsi un’uscita pulita da dietro. Quando la squadra di Baroni riesce a manovrare, l’idea è quella di muovere palla sfruttando le corsie esterne attraverso le combinazioni che si dovrebbero venire a creare con le catene laterali formate da terzino, mezzala e ala di parte. In realtà, anche in queste situazioni la manovra pugliese fa fatica a guadagnare campo in avanti e la linea arretrata lombarda riesce a gestire bene le verticalizzazioni leccesi. Problema ancora più evidente restano però, come detto in apertura, le transizioni difensive. Il Lecce attacca con molti uomini ma, una volta persa palla, la riaggressione immediata è debole e anche le marcature preventive non sono portate con efficacia. Di conseguenza, la Cremonese di Pecchia riesce a ribaltare rapidamente e bene il campo, proponendosi con pericolosi contropiedi in una prima frazione caratterizzata proprio dalle numerose transizioni effettuate dalle due squadre. Il secondo tempo comincia sulla falsariga del primo, col Lecce che tiene il possesso (alla fine quello dei giallorossi sarà del 59%) e la compagine di casa ad agire soprattutto di rimessa.
Una situazione che si accentua dopo il gol del vantaggio della Cremonese. È da sottolineare come tutte le marcature grigiorosse siano avvenute sfruttando situazioni di transizione.