Vicenza-Lecce 0-1 Vittoria con gol di Coda nell'ultima partita del ritiro trentino

Vicenza-Lecce 0-1 Vittoria con gol di Coda nell'ultima partita del ritiro trentino
di Giuseppe ANDRIANI
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Sabato 31 Luglio 2021, 06:00

Vicenza-Lecce 0-1

Dov’eravamo rimasti? Coda fa gol e il Lecce va. Un po’ come per tutta la scorsa stagione, tranne sul più bello. La prima amichevole vera (considerando meno probante quella contro il Legnago di qualche giorno fa) contro una squadra di B, è un successo per i giallorossi. Decide Hispanico, a segno dopo 10’ nel secondo tempo, sfruttando l’unica incertezza di un Vicenza ordinato e ben messo in campo ma sicuramente inferiore per qualità di gioco e per intensità. È calcio d’agosto, anzi di luglio, e va preso con le pinze ma il primo Lecce di Baroni sembra convincere a tratti, quando aumenta il ritmo fa paura all’avversario e qualche automatismo, sul quale il tecnico ha lavorato tanto a Folgaria (ritiro concluso ieri, ora riposo e poi la ripresa martedì all’Acaya), già si vede piuttosto chiaramente. 

Coda, il capocannoniere è già in forma

Baroni prova Monterisi terzino destro, con Vera sulla sinistra: la novità in difesa è Meccariello al fianco di Lucioni. In mediana confermatissima la coppia Hjulmand e Blin, con il primo a fare la mezzala sulla destra ed Henderson a completare il terzetto (contro il Legnago lì aveva giocato Majer). Coda gioca dall’inizio, con Paganini e Olivieri a supporto. L’avvio illude un Vicenza che sembra più in palla, con Di Carlo che chiede ai due esterni di spingere e a Lanzafame e Ongaro di giocare senza dare punti di riferimento alla retroguardia giallorossa. Ma è un fuoco di paglia che dura 10’, il tempo per creare un paio di situazioni, la più grossa con Ongaro che dall’interno dell’area si libera con un sombrero e calcia di poco a lato. Poi emerge la qualità del palleggio del Lecce, quel palleggio che Baroni vorrebbe però vedere più maturo e meno orizzontale in alcuni tratti. Quando, però, la sua squadra va in verticale mostra sprazzi di bel gioco, bello nel senso di efficace: al 16’ con quattro tocchi, il Lecce manda Paganini a crossare per Coda, che con le polveri bagnate (ancora per poco…) non riesce a girare bene di testa dall’altezza del dischetto.

La gara si spegne per intensità ed occasioni, Olivieri viene cercato spesso ma trova in Ierardi un cliente ostico e raramente crea la superiorità numerica; Hjulmand arriva spesso a dialogare sulla trequarti, Coda cerca l’area, per quella rete che ancora gli è mancata (un gol in precampionato ma annullato per fuorigioco). Per un’altra occasione bisogna aspettare un pallone in area al 46’: servito Monterisi, ma Grandi esce ed anticipa. 

L'atteggiamento è quello giusto

Di Carlo rivoluziona più di mezza squadra: sette cambi all’intervallo, Baroni resta a guardare e la sua rivoluzione la farà 15’ dopo. Al 7’ il primo squillo è del Vicenza, che fa quello che non aveva mai fatto nei primi 45’ e che non farà praticamente più: spacca in due il campo, fino ad arrivare in area avversaria. Meccariello e Lucioni salvano in coppia, come negli ultimi tre anni. E poi ci pensa Coda, il solito. Sfrutta una palla sanguinosa persa da Brosco sulla trequarti, controlla, arriva al limite e punisce Pizzignacco con un tiro a giro preciso. Il vantaggio dà sicurezza agli ospiti, Baroni rivoluziona tutto dopo un quarto d’ora ma il nuovo Lecce non cambia atteggiamento. Il primo dei subentrati a rendersi pericoloso è Majer: sul suo tiro dalla lunga distanza i salentini guadagnano un corner per una deviazione. Forze fresche e stessa voglia di andare all’attacco. Mancosu ci mette qualità, 15’ dalla fine sterza sulla sinistra, cerca Helgason ma la sponda è sbagliata, e libera un Vicenza in affanno quando i giallorossi alzano i giri del motore. Ancora pericoloso Helgason nel finale, Listkowski si scatena e salta l’uomo sulla sinistra con enorme facilità. Mancosu entra bene, dà ordine al centrocampo, giocando da mezzala. Si rivede anche Bjarnason. Di fatto, salvo i giovanissimi, Baroni dà spazio a tutti e l’unico a restare in campo per 90’ è Paganini (sostituito anche Gabriel per Bleve nella girandola a inizio ripresa). Può essere soddisfatto, il tecnico. La sua squadra funziona, fa vedere cose buone, vince sul campo di un avversario del prossimo campionato, con personalità e con tante intuizioni che possono portare a una crescita. Chissà se è questo il Lecce che si aspettava o se addirittura è andato oltre.

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