Judo, la tarantina Chyurlia prima arbitro donna italiana alle Olimpiadi di Tokyo

Foto da comunicato stampa
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Venerdì 19 Febbraio 2021, 13:41

TARANTO Storico traguardo per la tarantina Roberta Chyurlia, avvocato penalista e prima arbitro donna italiana ai prossimi giochi olimpici di Tokyo. «Essere la prima donna arbitro di judo ad essere stata convocata ai Giochi Olimpici è un’emozione bellissima - afferma Chyurlia, 41 anni -. L’anno scorso eravamo vicini all’ufficializzazione della selezione per il 2020 ma la pandemia ha fermato tutto. Un sogno interrotto per gli atleti e per gli arbitri. Ricevere la lettera dopo un anno così difficile è stato un segno di speranza per il futuro». Chyurlia, dopo aver conquistato per ben due edizioni successive (2017 – 2019) il premio dell’European Judo Federation come migliore arbitro donna d’Europa, racconta così il momento in cui ha ricevuto la lettera: «Qualche sera fa - spiega - il mio telefono non stava funzionando, la memoria era piena e stavo effettuando un backup. Nel momento in cui ho riattivato tutto la prima mail ricevuta è stata da parte della federazione internazionale per la comunicazione formale dell’IJF. Credo di aver razionalizzato ciò che è accaduto solo il giorno seguente. Sono felice di essere fra i migliori 16 arbitri al mondo, ho iniziato questo percorso solo tre anni fa».

Essere “figlia d’arte” non è sempre stato facile.

«Tutta la mia famiglia è coinvolta in questo sport: mio padre, mia madre e mio marito. Mi reputo fortunata perché chi è vicino a me condivide la stessa passione e comprende i sacrifici. Vivo in questo ambiente sin da bambina e ci sono state anche delle difficoltà legate all’essere “figlia d’arte”. Devi dimostrare di più degli altri. Per questo motivo la mia famiglia in un primo momento ha anche cercato di dissuadermi e adesso posso finalmente ripagare i loro sacrifici. Per me sarebbe stato un sogno anche diventare arbitro mondiale, questo nuovo obiettivo raggiunto è incredibile». Roberta Chyurlia è anche un avvocato penalista. «Per lavorare nel settore penale bisogna essere sul posto - specifica l’arbitro tarantina - e dallo scorso anno ho dovuto ridimensionare la mia attività. Devo ringraziare tutti i miei colleghi ed in particolare l’avvocato Orlando che in ogni momento ha sostenuto e supportato le mie scelte. A Tokyo porterò con me tutti quei giovani tarantini a cui l’inquinamento ha strappato la vita e i loro sogni».

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