Affamato, solido, bello da vedere: un Bari da lupi

Affamato, solido, bello da vedere: un Bari da lupi
di Giuseppe ANDRIANI
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Lunedì 18 Ottobre 2021, 09:01

Affamato, solido, tosto, bello da vedere. Un Bari da lupi vince anche a Campobasso, porta a quattro i successi consecutivi e rimanda al mittente i tre schiaffi del Catanzaro al Taranto. La squadra di Mignani passa con un falso bomber, un bomber vero a due passi da casa propria e un tuttofare che così rischia di diventare davvero l'idolo dei tifosi. Tre a uno, perché il pareggio di Rossetti su calcio di rigore spaventa poco. Il Bari ha consapevolezza di sé, vince da grande squadra, soffre poco, non si scompone nemmeno quando meriterebbe di stare sul 2-0 e invece si ritrova in parità con tutto da rifare. Con ordine, però. Pronti via e il gol dell'1-0 arriva con un Terranova che si è riscoperto bomber. Da difensore, probabilmente, sa quando la difesa avversaria gira a vuoto e la castiga proprio là, su una pennellata di Botta da calcio di punizione. Il Bari gioca, non è neppure una novità. Cheddira sbaglia la rete del raddoppio che manderebbe al tappeto il Campobasso. Nel mezzo una bella conclusione da fuori di D'Errico. Sono loro l'anima di questa squadra, che cambia spesso interpreti davanti ma lascia invariata l'ossatura mediana, che funziona. Eccome se funziona. Cresce il Campobasso, che dopo aver incassato come un pugile alle corde prima cerca il montante con Dalmazzi e poi pareggia su rigore a 3' dalla fine. Il fallo era stato di Frattali - protesta tanto - su Tenkorang. Dal dischetto pareggia Rossetti.

A riposo sul'1-1 dopo un dominio importante, messo a frutto nella seconda metà di partita. La sfuriata dei molisani è un'illusione da poco, anche se Bontà spaventa Frattali. Cheddira sbaglia ancora, qualcuno vede i fantasmi del passato quando si divora il secondo gol, ma questo Bari non ha un'eredità da pagare, è una squadra libera mentalmente. Ora sì. E infatti la rete arriva con Mirco Antenucci, nato a pochi km da Campobasso. Un lupo per far male ai lupi. Bellissima l'azione di Maita, sulla quale arriva la rete del bomber. È il repertorio quasi infinito del Bari, giocate individuali e una squadra che quando ha spazio colpisce con scioltezza, trasformando azioni difficili in un calcio semplice.

Mignani, giubbino d'ordinanza addosso, è sempre in piedi, chiama a sé D'Errico per Bianco quando capisce che ci sarà da soffrire. Ma in realtà c'è da soffrire ancora per poco. Frattali timbra il cartellino su Liguori, ma anche questo fa meno paura. È il turno di Cheddira: 3-1 e tanti saluti ai fantasmi del passato e a quelli del presente. Marras e Bianco ci provano anche nel finale, ma il Campobasso regge con orgoglio e dignità, quella di chi sa d'averci provato contro la squadra oggi più forte del campionato. Il Catanzaro dietro corre, tre vittorie consecutive per Calabro, ma Mignani cala il poker nella terra dei lupi e dimostra di avere fame.
Dal settore ospiti, al 90', torna un coro cult: Ho visto il grande Bari.... Stavolta è tutto vero e non si ferma più.
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