Gira Hjulmand, corre il Lecce. Il capitano sempre più uomo squadra

Gira Hjulmand, corre il Lecce. Il capitano sempre più uomo squadra
di Michele TOSSANI
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Lunedì 6 Febbraio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 05:38

La convincente prestazione di Cremona e la vittoria conseguita nello scontro diretto hanno rimesso in cammino il Lecce dopo i due passi falsi compiuti con Verona e Salernitana. A rendere agevole quello che sulla carta era un confronto difficile, contro una squadra che in coppa Italia è arrivata alle semifinali dopo aver eliminato Napoli e Roma, è stato il gioco espresso dall’undici giallorosso. In un contesto del genere alcuni giocatori si sono trovati perfettamente a loro agio, fornendo prestazioni individuali di notevole caratura. Fra queste, se è facile elogiare la partita monstre di Baschirotto e Umtiti (che hanno annullato lo spauracchio Ciofani) o le preziose prove di Strefezza e Di Francesco, non bisogna dimenticare l’efficacia di Morten Hjulmand in mezzo al campo. In una sfida nella quale il Lecce ha dettato il contesto tattico senza palla, tenendo un baricentro alto nel primo tempo (54.52m) e organizzando pericolose transizioni in entrambe le frazioni di gioco, la prestazione maiuscola del danese è particolarmente risaltata. 

I numeri

Da un punto di vista difensivo il giocatore giallorosso ha svolto perfettamente le funzioni di frangiflutti davanti alla difesa, a copertura dei due difensori centrali, ma sempre pronto ad alzarsi per andare a prendere Meité (la sua controparte in maglia grigiorossa) quando il Lecce alzava la prima pressione. Quando poi la linea arretrata dei salentini si rompeva, per l’uscita in avanti di Baschirotto o Umtiti, ecco che il no.42 si faceva trovare pronto ad abbassarsi per riequilibrare il reparto arretrato. In fase di possesso Hjulmand è risultato il secondo giocatore salentino per numero di palloni giocati (56) dietro il solo Gendrey (68). In questo senso l’ex Admira Wacker ha goduto della libertà concessa da una Cremonese che faceva fatica ad andare a contrastarlo. Non a caso il play della squadra di Baroni ha registrato anche tre passaggi chiave, vale a dire passaggi che permettono di superare almeno una linea difensiva avversaria. Se al dato del danese aggiungiamo quelli di Gendrey (6) e Gallo (4) ci rendiamo contro di come il Lecce in fase di costruzione e sviluppo abbia sfruttato il ragazzo di Kastrup e di come la manovra sia passata dai suoi due laterali bassi. Il lavoro di Hjulmand con la palla nei piedi lo si è notato anche in occasione del gol del vantaggio leccese, realizzato da Baschirotto di testa dopo un imperioso stacco da terra.

La fiducia

La rete nasce da una situazione di calcio d’angolo, con Di Francesco e Strefezza che muovono palla per muovere il castello difensivo degli uomini di Ballardini. Dopo un primo scambio la palla giunge a Hjulmand per sfruttare il tre contro due del Lecce contro i difensori della Cremonese usciti a contrasto. L’assist del danese per la testa di Baschirotto è perfetto. Si è trattato di una giocata simile a quella già utilizzata con successo in occasione del gol del difensore contro il Milan e del quarto gol realizzato dai salentini su azione da calcio d’angolo. Per Hjulmand quello di sabato a Cremona è stato il quarto assist prodotto in questo campionato: è il dato migliore della squadra. La prova maiuscola del centrocampista del Lecce non ha subito contraccolpi nemmeno dopo che Baroni ha sostituito le due mezzali titolari (Blin e Gonzalez) inserendo prima Askildsen e poi Helgason. In sintesi, è vero che il modo proattivo con il quale Baroni ha impostato la squadra negli ultimi mesi ha favorito il ritorno a questo livello prestativo di alcuni giocatori, fra i quali appunto Hjulmand, ma è altrettanto vero il contrario: quando il suo regista è in partita, il Lecce aumenta esponenzialmente le proprie possibilità di portare a casa un risultato positivo.

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