Banda: croce e delizia del Lecce. È tra i migliori dribblatori, gli mancano passaggio chiave e gol

Banda: croce e delizia del Lecce. È tra i migliori dribblatori, gli mancano passaggio chiave e gol
di Giuseppe ANDRIANI
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Venerdì 21 Ottobre 2022, 05:00

Come un giaguaro che corre veloce, semina il panico ma azzanna la preda troppo poco spesso. Lameck Banda croce e delizia di un Lecce che non è ancora riuscito a vincere in casa, nonostante la classifica continui a sorridere. Uomo in più in diverse fasi della partita e dell’azione, in area di rigore, però, non riesce a incidere. L’impressione, guardando Banda, è che gli manchi tanto così per poter diventare quello che fa la differenza.
Nel calcio dei gps sulla maglietta e dell’analisi totale, i numeri restituiscono un’idea piuttosto precisa, di luci e ombre. Banda è tra i migliori dribblatori del campionato di Serie A: 1,7 dribbling a partita, il 46% dei tentativi di saltare l’uomo va a buon fine. Meglio di lui il solo Coulibaly (della Salernitana), alla pari invece Parisi, Mazzocchi, e persino Leao del Milan. In questo, Banda, ha fatto meglio anche di Kvaratskhelia. Salta l’uomo con regolarità, crea la superiorità numerica, ha lo spunto vincente. Ma poi si perde. A fronte di un buon numero di dribbling, Banda tira molto poco: 1,4 conclusioni verso la porta per partita, ma nello specchio uno ogni due. Un assist in tutto, contro l’Empoli al Via del Mare. Luci, la capacità di saltare l’uomo, e ombre, la poca incisività nell’area di rigore avversaria.

Qualità e rapidità

Ha saltato solo la gara di Coppa Italia, poi ha sempre giocato, partendo da titolare nelle ultime otto partite consecutive. Gli manca il gol, ma probabilmente anche l’assist, la giocata da fare in area di rigore. Al di là dei numeri, però, va registrato anche un possesso palla troppo spesso decentrato: raccoglie il pallone quasi sulla linea del fallo laterale pochi metri dopo la linea mediana e poi prova ad accelerare. Giocare con frequenza a quaranta metri dalla porta può rappresentare un problema anche per lucidità e capacità di entrare con convinzione in area di rigore. Banda uomo in più del Lecce sì, ma con cautela. L’impressione è che il calciatore proveniente da Israele vada registrato in alcune giocate e in alcuni passaggi chiave. Anche per evitare che resti il più puro dei diamanti ancora da sgrezzare. Il piede educato c’è, il resto verrà da sé. Sarà anche questione di crescita, di impatto con un campionato così complicato. Classe 2001, è già una delle rivelazioni di questo campionato. Baroni ha puntato su di lui senza avere dubbi, gli è bastato uno spezzone di gara contro l’Inter, alla prima giornata al Via del Mare, per sciogliere i dubbi. Con buona pace di Di Francesco, esperto, duttile e importante, ma in questo momento nelle gerarchie dietro il ragazzo tutto pepe e velocità proveniente dallo Zambia. Del resto, Lameck, sa come si fa. Sotto porta è stato decisivo in Israele al Maccabi Petka Tikva, dove è andato a segno per nove volte nella scorsa stagione. È cresciuto anche sotto questo aspetto, dovrà adesso affinare la precisione anche in Serie A, per poter diventare a tutti gli effetti un fattore. Baroni gli ha dato fiducia, a lui la palla, adesso, da scaraventare in fondo al sacco per dimostrare di essere più luci che ombre, più decisivo che bello. Esaltante, per il pubblico, già lo è. Ha conquistato l’applausometro, adesso manca il salto finale. La personalità c’è. Più che giaguaro, Banda è l’amico del giaguaro: su Instagram è ben visibile una sua foto con accanto l’animale più veloce della foresta. Un selfie, tanto per dare un segnale a tutti. Domenica c’è il Bologna di Thiago Motta. La data gli porta bene: l’anno scorso il 23 ottobre andò a segno in Israele (contro il Noif HaGalil). Non può averlo dimenticato.

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